PAROLA D AUTORE | T1 Chiara Saraceno e Simonetta Piccone Stella Genere: la costruzione sociale del maschile e del femminile, il Mulino, Bologna 1996, pp. 8-11 Il termine genere In questo testo, le sociologhe italiane Chiara Saraceno e Simonetta Piccone Stella sintetizzano il percorso di riflessione che, intrecciando esperienze di attivismo politico e studi scientifici, ha portato ad assumere il termine genere come concetto esplicatore dell organizzazione sociale dei sessi. Le due studiose partono dalle parole dell antropologa statunitense Gayle Rubin colei che nel 1975 per la prima volta ha utilizzato l espressione sistema sesso/genere per parlare delle differenze culturali che definiscono le separazioni tra maschile e femminile e affrontare le varie dimensioni entro cui si producono e si riproducono le dinamiche di genere nelle società odierne. Il genere è un modo di classificare, di indicare l esistenza di tipi. In particolare, il genere propone un nome per il modo sessuato con il quale gli esseri umani si presentano e sono percepiti nel mondo: nella società convivono due sessi e il termine genere segnala questa duplice presenza. Si tratta dunque di un termine binario, non univoco: gli uomini, come le donne, costituiscono il genere. Non è superfluo sottolineare questo punto, poiché l equivoco iniziale che ha accompagnato la nascita del concetto secondo il quale genere è un termine con cui le donne hanno scelto di classificare se stesse in quanto esseri sociali si protrae tuttora nel senso comune e nella pratica di ricerca. Ciò certamente dipende dal fatto che uno solo dei generi, appunto le donne, hanno promosso questo punto di vista, ne hanno incentivato l uso e si sono mostrate interessate ad un consolidamento del suo statuto teorico. Secondo tale equivoco, genere avrebbe sostituito semplicemente la vecchia dizione condizione femminile, coniata nel secolo scorso, modernizzando il linguaggio. Ma così non è, per due motivi. In primo luogo, perché il concetto di genere, a differenza di quello di condizione femminile, non si limita a segnalare un esperienza di subordinazione, o oppressione, delle donne rispetto agli e da parte degli uomini, ma pone in modo radicale la questione della costruzione sociale della appartenenza di sesso. In secondo luogo, nega la possibilità che la condizione femminile i modi concreti in cui si danno esperienze e collocazioni sociali di donne, inclusa la subordinazione e l oppressione possa venir analizzata in modo isolato, separato da quella maschile. Si è visto infatti che soltanto l attiva influenza dei due sessi l uno sull altro, i loro legami, i loro contrasti erano la condizione femminile e la condizione maschile, quelle modalità di vita cioè in cui i due sessi intrecciano la propria esistenza. Genere dunque, oltre che un codice binario, è anche un codice che implica reciprocità, dialettica costante fra le sue componenti di base. Uomini e donne, maschile e femminile, relazioni e interazioni, infine il modo con cui questi due tipi umani esperiscono, subiscono e modificano nel tempo il rapporto tra loro e col mondo, tutto ciò è incluso nello statuto del termine genere. [ ] La formulazione del concetto di genere, come quello di ruoli sessuali, deriva la sua origine | Le sfide della società contemporanea: genere, globalizzazione e migrazioni | 289
T1 – Chiara Saraceno e Simonetta Piccone Stella, Il termine “genere”