Le forme di comunicazione verbale e non verbale Esistono differenti modi di sviluppare un processo di comunicazione interpersonale. Il più semplice e comune consiste nella attraverso l’uso del linguaggio, ossia di un . Un differente livello di scambio riguarda le forme di che avviene attraverso gesti, espressioni facciali, posizioni del corpo, intonazioni della voce e una serie di altri piccoli e grandi segnali che mandiamo, spesso inconsapevolmente, al nostro ascoltatore. Sappiamo bene, infatti, quanto sia diverso parlare con qualcuno guardandolo negli occhi e sorridendo oppure con lo sguardo rivolto a terra e imbronciati. Ma siamo anche consapevoli di quanto la gestualità che accompagna il livello verbale possa essere in grado di esprimere meglio i significati delle parole, rafforzandoli o rivelando un’intenzione diametralmente opposta. Per comprendere la complessità delle forme di linguaggio non verbale possiamo suddividerle in tre sistemi: prossemico, cinesico e vocale. comunicazione verbale codice condiviso comunicazione non verbale Il riguarda in primo luogo la assunta mentre parliamo e la rispetto all’interlocutore. Il significato della conversazione è diverso, infatti, se parliamo con qualcuno avvicinandoci al suo orecchio, se siamo a pochi centimetri o ad alcuni metri di distanza. Nel primo caso stiamo costruendo una col nostro interlocutore e ciò capita, infatti, solo con individui con cui abbiamo un rapporto molto confidenziale: un familiare, un amico o comunque una persona cui siamo legati affettivamente. Diversamente accade quando incontriamo per strada una persona che conosciamo poco o non conosciamo del tutto: in questo caso, in genere, restiamo piuttosto lontani, rimarcando così, fisicamente, anche la che ci separa dall’interlocutore. Peraltro, tale situazione, che caratterizza interazioni più formali – con l’insegnante, un vigile urbano o un negoziante – richiede un rispetto a quello utilizzato in una relazione confidenziale, e una . sistema prossemico postura distanza spaziale relazione intima distanza relazionale tono di voce più elevato più chiara scansione delle parole Il riguarda tutte le forme di movimento del nostro corpo che esprimono qualcosa al nostro interlocutore. A volte tali e rivelano qualcosa di cui non siamo pienamente consapevoli, altre volte sono all’interno di una specifica cultura: se ne ha un esempio quando esprimiamo esplicitamente un “no” oscillando un dito orizzontalmente o quando, riferendoci verbalmente alle dimensioni di un oggetto, ne mimiamo con le mani la grandezza. Ci sono, poi, tipi di movimenti che esprimono : ciò accade quando, per esempio, la tensione che deriva dal parlare in pubblico spinge qualcuno a grattarsi ripetutamente la testa, toccarsi i capelli o muovere in modo ossessivo una penna. Nelle forme espressive di tipo cinetico, la è quella più rivelatrice: si può sorridere, comunicando all’interlocutore la nostra disposizione positiva nei suoi confronti, oppure aggrottare le sopracciglia, esprimendo rabbia o diffidenza. sistema cinesico movimenti non sono intenzionali intenzionali e codificati stati d’animo ed emozioni mimica facciale Il riguarda le forme dell’espressione verbale, e cioè il , la con cui parliamo, il della conversazione, così come la presenza di . Quando siamo arrabbiati con qualcuno tendiamo, infatti, a parlare in modo più veloce e concitato; quando vogliamo dire qualcosa di affettuoso assumiamo un tono sommesso e un livello sonoro basso; quando siamo allegri tendiamo ad alzare il volume della voce, inframezzando la nostra conversazione con delle risate. Insomma, con la nostra voce non esprimiamo solo contenuti linguistici, ma siamo costantemente inclini a modulare le nostre espressioni rispetto al tipo di relazione, di contesto e di stato d’animo che accompagna la comunicazione. sistema vocale tono della voce velocità ritmo risate o sbadigli