3.2 CONSUMI, CLASSI SOCIALI E STILI DI VITA | Quando in sociologia si affronta il tema dell intreccio tra consumi, stili di vita e classi sociali, vi sono due riferimenti obbligatori, uno di tipo classico , che ci riporta agli albori della disciplina, l altro più contemporaneo. Vediamoli entrambi. Nel 1899, l economista e sociologo americano Thorstein Veblen (18571929), nel suo famoso libro The Theory of the Leisure Class (La teoria della classe agiata), conia l espressione consumo vistoso , espressione che descrive e spiega la prassi dei consumatori di utilizzare beni di qualità superiore o in quantità maggiore di quanto effettivamente necessario in termini pratici. ESEMPIO: il concetto di consumo vistoso può essere illustrato pensando alla differenza tra un automobile di lusso e una economica. Entrambe forniscono il trasporto verso una destinazione, ma l auto di lusso, oltre a possedere probabilmente un motore più potente e versatile e una serie di rifiniture e optional (sedili in pelle, sensori esterni e così via), attira l attenzione sulla ricchezza del conducente e ne dimostra così lo status sociale. La tesi alla base della teoria di Veblen sulla classe agiata è quindi contemporaneamente semplice e rivoluzionaria: chi fa parte dell élite della società mostra la sua superiorità non attraverso la capacità di amministrare, creare o dirigere, ossia dando un contributo concreto e di qualità alla società, ma adottando consumi vistosi. In sintonia con quanto descritto da Veblen, il sociologo francese Pierre Bourdieu | UNIT 1, p. 164|, esattamente ottant anni dopo, nel 1979, introdusse il concetto di distinzione per spiegare il ruolo giocato dall appartenenza a una determinata classe sociale nelle preferenze estetiche dei consumatori. Il concetto di distinzione non è poi così diverso da quello di consumo vistoso: entrambi sono basati sull idea che gli individui mettono in mostra i loro diversi status sociali attraverso le loro preferenze e scelte di consumo. Ma Bourdieu specifica ulteriormente il concetto introducendo i concetti di habitus e di capitale culturale. Secondo il sociologo francese, il capitale culturale è la riserva di conoscenza culturale ed estetica che un individuo ottiene attraverso la sua posizione sociale. ESEMPIO: non è casuale che i figli di professionisti quali medici o avvocati professioni che solitamente nella nostra società godono di un alto status sociale e agio economico posseggano determinate conoscenze al di là della scuola che hanno frequentato, magari perché hanno avuto la possibilità di viaggiare sin da quando erano piccoli o semplicemente per via degli argomenti di cui hanno sentito i loro genitori discutere in casa. Se quindi il capitale culturale è il bagaglio di conoscenza che ognuno di noi ha ereditato e assorbito senza neppure accorgersene in virtù dell appartenenza a una determinata classe sociale, l habitus è il mezzo attraverso il quale il capitale culturale diventa operativo. L habitus è il prodotto dell interiorizzazione del capitale culturale e fa sì che gusti e preferenze appaiano all individuo come naturali e spontanei | UNIT 1, p. 163|. | Una società sempre più digitale | 385