ESPOSIZIONE ORALE 5 Rispondi oralmente alle seguenti domande. Che cosa significa “egemonia” nella visione di Antonio Gramsci? Qual è il fondamentale contributo di Karl Marx all’analisi del processo produttivo? Descrivi le caratteristiche principali del “modo di produzione”, per come è stato formulato nel Capitale, connettendole al tema della lotta di classe. Che differenza c’è tra modelli di scambio equilibrati e non equilibrati? Fai qualche esempio di ciascuna tipologia. Che cosa intende Cirese con l’espressione «dislivelli interni di cultura»? a. b. c. d. ANALISI E COMPRENSIONE DI UN DOCUMENTO 6 Leggi attentamente il seguente brano, tratto da un saggio dell’antropologo italiano Antonino Colajanni, incentrato sul tema dell’antropologia applicata e sul ruolo che gli studi antropologici devono svolgere di fronte alle problematiche contemporanee. Dopo la lettura, rispondi alle domande. Ragioni diverse spingono oggi molti antropologi, di differente orientamento teorico e metodologico, a occuparsi del mondo contemporaneo, e a interrogarsi seriamente sulla utilità sociale dei loro studi. È forte la spinta a fuoriuscire dall’accademia, dalla “torre d’avorio” come unico punto di riferimento per dare un senso al proprio lavoro, e ad avventurarsi in una rete di rapporti esterni al mondo universitario. [...] Questo insieme recente di riflessioni e di interventi sulla contemporaneità contiene al suo interno anche un campo specifico, nel quale il contatto tra studiosi, operatori pratici e decision makers è più stretto. Si tratta delle attività di ricerca e consulenza diretta, interna a processi di decisione sulle politiche sociali, alle quali più specificamente è stata attribuita negli anni passati la definizione di “antropologia applicata”. In questi casi la questione di fondo è costituita dal fatto che non ci si limita a “studiare” il mondo contemporaneo con le sue rapide dinamiche sociali e culturali; ci si impegna anche programmaticamente nella difficile arte di analizzare decisioni politiche e strategie di azioni delle istituzioni del cambiamento pianificato, di suggerire alcune azioni e di sconsigliarne altre. I problemi che vengono identificati come i più rilevanti nel settore sono: l’integrazione degli immigrati extra-comunitari nelle società europee e le politiche sociali relative; gli effetti socio-culturali dei progetti di sviluppo economico nel Terzo Mondo e nelle regioni povere dell’Occidente [...], l’educazione e la formazione in società sottoposte a rapidi processi di cambiamento, gli effetti socio-culturali del turismo di massa, per non enumerare che alcuni dei problemi principali. [...] Per essere presente con tutta la sua forza e nel pieno della sua identità professionale l’antropologia dovrebbe [...]: a) attribuire fino in fondo al proprio , alla conoscenza specifica accumulata da generazioni di studiosi e in anni di ricerche , una importanza fondamentale e assolutamente prioritaria; b) dedicare particolare attenzione ai processi di all’esterno dell’accademia (verso il grande pubblico, i decision makers), caratterizzata anche dalla attenta misurazione della efficacia; c) attribuire ai problemi del potere, al rapporto sapere/potere e alle questioni etiche, una attenzione particolare. [...] In termini più generali, si può definire l’intero campo qui disegnato come quello antropologico. [...] La situazione in cui la ricerca antropologica viene prodotta esplicitamente per, o indirizzata verso, la sua applicazione in contesti di azione pratica [è quella in cui] la ricerca è orientata alla soluzione di problemi di azione, ai quali tende a fornire il fondamento conoscitivo (è questo il caso di ; e corrisponde agli esempi classici dell’antropologia applicata) [...]. Ogni scelta, decisione, azione collettiva, tende a contenere in sé frammenti più o meno coerenti, complessi ed empiricamente fondati, di conoscenza sociale [...]. L’antropologia, in altri termini, è stimolata dalle dinamiche planetarie contemporanee a mettere in causa fino in fondo la sua capacità di produrre conoscenza pertinente, in grado di essere “tenuta in conto” dagli attori sociali ad essa estranei e non soltanto dai colleghi della corporazione accademica. sapere ad hoc comunicazione riguardante la ricaduta esterna del sapere un sapere che intende influenzare un fare A. Colajanni, , in “Etnoantropologia”, nn. 6-7, 1997-1998, pp. 23-35 Note sul futuro della professione antropologica: l’utilità dell’antropologia come problema teorico e applicativo