L Eunoè: Canto XXXIII il rinnovamento spirituale TEMPO Mercoledì 30 marzo (o 13 aprile) 1300, verso mezzogiorno Canto 33 LUOGO PERSONAGGI Paradiso Terrestre Sommario « (vv. 1-30) La processione si rimette in cammino Alla vista delle vicende subite dal carro, le sette virtù intonano piangendo il salmo Deus, venerunt gentes ( Dio, sono venute le genti ) mentre Beatrice ascolta con espressione afflitta; poi si leva in piedi e rivolge alle donne le stesse parole pronunciate da Gesù durante l ultima cena: «Ancora un poco e non mi vedrete; e poi di nuovo, ancora un poco e mi vedrete . Infine la beata si rimette in cammino, preceduta dalle virtù e seguita da Dante, Matelda e Stazio; ella invita il poeta ad affiancarsi a lei e a farle quante domande desideri. Pieno di deferenza, Dante le si rivolge con un filo di voce, dicendole che le sue domande sono superflue, giacché ella conosce già ciò che lui desidera sapere. « (vv. 31-102) Profezia di Beatrice In risposta alle parole di Dante, Beatrice pronuncia un lungo discorso nel quale profetizza la vendetta divina su chi ha causato la mostruosa deformazione del carro. L aquila (l Impero), che cedendo le sue penne (il potere temporale) al carro l ha reso dapprima un mostro (la corruzione della Curia) e poi una preda del gigante (Filippo IV il Bello), non sarà sempre senza erede. Si avvicina una costellazione che porterà una nuova epoca, segnata dall arrivo di un messo divino (oscuramente indicato con cinquecento diece e cinque, probabile riferimento all imperatore Arrigo VII) che ucciderà la puttana sciolta e il gigante (la Chiesa verrà riportata ai suoi compiti spirituali). Beatrice aggiunge che se queste parole appaiono oscure, presto saranno i fatti a chiarirle, PARADISO Dante Stazio Matelda Beatrice ed esorta Dante a testimoniarle ai vivi, senza trascurare di parlare dell albero due volte spogliato (da Adamo e dal gigante): esso è così alto e largo verso il cielo perché significa, sul piano morale, la giustizia divina che Dio ha posto agli uomini con il divieto di violarla. Dante assicura che ricorderà queste parole, ma chiede a Beatrice perché usi un linguaggio oscuro; ella risponde che in tal modo ha dimostrato quanto la scienza divina superi quella umana, erroneamente considerata sufficiente da Dante, nel suo periodo giovanile, per la conoscenza delle verità universali. A Dante, che stupito dichiara di non ricordare di essersi mai allontanato dagli insegnamenti di Beatrice, la beata rammenta che la sua colpa è provata proprio da questa sua dimenticanza, poiché l acqua del fiume Lete cancella solo la memoria dei peccati. « (vv. 103-145) Purificazione di Dante nelle acque dell Eunoè mezzogiorno e le sette donne che camminano davanti a Beatrice, Dante e Stazio si fermano al limitare di un ombra fredda. Dante vede una sorgente da cui sgorga un corso d acqua che si divide in due: crede di riconoscere la fonte del Tigri e dell Eufrate e chiede a Beatrice spiegazioni, non ricordando che Matelda gli aveva già parlato dei fiumi dell Eden. Beatrice lo scusa e prega Matelda di condurlo all Eunoè per ravvivargli la memoria delle cose buone. La bella donna lo prende per mano e invita Stazio a seguirli. A questo punto Danteautore si rivolge al lettore, dichiarando che il «fren de l arte gli impedisce di proseguire; pertanto conclude raccontando di essere tornato presso Beatrice, dopo aver bevuto l acqua di ineguagliabile dolcezza dell Eunoè, puro e disposto a salire a le stelle. TERRESTRE
CANTO XXXIII – L’Eunoè: il rinnovamento spirituale