T11 La tenzone con Forese Rime Tra il 1293 e il 1296 si colloca un duello poetico tra Dante e l’amico Forese Donati: tre coppie di sonetti nei quali i due autori si rivolgono vicendevolmente accuse e insulti, nei modi tipici della tradizione satirica toscana. Qui riproduciamo il primo componimento della serie, composto da Dante, e la risposta dell’interlocutore.  Sonetti (quello di Dante segue lo schema ABAB, ABAB, CDE, CDE; quello di Forese ABBA, ABBA, CDE, ECD). Metro Botta e risposta di due amici-nemici PARAFRASI (I) Dante a Forese Chi udisse tossir la malfatata moglie di Bicci vocato Forese, potrebbe dir ch’ell’ha forse vernata       ove si fa ’l cristallo in quel paese. 4 Chi sentisse tossire la disgraziata ( ) moglie di Forese, detto ( ) Bicci, potrebbe dire che forse ha passato l’inverno ( ) in quel paese dove si forma il cristallo. 1-4 malfatata vocato ha forse vernata l’espressione viene dal provenzale . 1 malfatata: malfadat Forese di Simone Donati (ca 1250-1296), soprannominato Bicci e fratello di Corso, il capo dei guelfi neri, era amico ma anche parente acquisito di Dante, in quanto cugino di Gemma Donati, moglie del poeta. 2 Bicci vocato Forese: secondo la teoria del filosofo Aristotele, il cristallo si forma dal ghiaccio sotto l’azione del vento gelido del Nord. 4 ove… paese: Di mezzo agosto la truovi infreddata; or sappi che de’ far d’ogni altro mese! E non le val perché dorma calzata,       merzé del copertoio c’ha cortonese. 8 Anche a metà agosto la trovi raffreddata; ora figurati come deve stare in ogni altro mese… E non le serve a nulla ( ) dormire con la coperta ben rimboccata ( ), a causa ( ) della coperta ( ) che è di Cortona. 5-8 non le val calzata merzé copertoio il riferimento alla località toscana di Cortona crea il gioco di parole con “corta” (allusione alla povertà di Forese ma anche alla sua incapacità sessuale di “coprire” la moglie). 8 cortonese: La tosse, ’l freddo e l’altra mala voglia non l’addovien per omor ch’abbia vecchi,     ma per difetto ch’ella sente al nido. 11 La tosse, il freddo e gli altri malanni non le capitano ( ) perché i suoi umori ( ) sono vecchi, ma per la privazione ( ) che sente nel nido. 9-11 no l’addovien omor per difetto sono i liquidi organici che si credevano responsabili delle funzioni vitali e che, sempre secondo la medicina medievale, si raffreddavano con l’invecchiamento. 10 omor... vecchi: ancora un’allusione, al tempo stesso, all’indigenza del rivale (la casa è povera) e alla sua freddezza di marito impotente (il è il sesso femminile). 11 nido: nido Piange la madre, c’ha più d’una doglia, dicendo: «Lassa, che per fichi secchi     messa l’avre’ ’n casa del conte Guido!». 14 Piange la madre che ha tanti dolori, mentre dice: «Ahimè ( ), con una dote da nulla ( ) l’avrei sistemata in casa del conte Guido». 12-14 Lassa per fichi secchi si riferisce quasi certamente a uno dei conti Guidi del Casentino. La madre della moglie di Forese intende dire che con una dote di poco conto avrebbe procurato alla figlia un ottimo matrimonio, addirittura con una famiglia nobile. 14 conte Guido: (II) Forese a Dante L’altra notte mi venne una gran tosse, perch’i’ non avea che tener a dosso; ma incontanente che fu dì, fui mosso       per gir a guadagnar ove che fosse. 4 L’altra notte mi venne una gran tosse, poiché non avevo nulla da mettermi addosso; ma appena fu giorno ( ), mi mossi per andare ( ) a procurarmi qualcosa dovunque capitasse ( ). 1-4 incontanente che fu dì gir ove che fosse Udite la fortuna ove m’addosse: ch’i’ credetti trovar perle in un bosso e be’ fiorin’ coniati d’oro rosso;       ed i’ trovai Alaghier tra le fosse, 8 Udite dove mi portò ( ) il caso: che io credetti di trovare perle in un forziere ( ) e bei fiorini coniati d’oro brillante; e [invece] trovai Alighiero in un cimitero ( ), 5-8 ove m’addosse bosso tra le fosse cioè freschi di conio. 7 d’oro rosso: Alighiero, il padre di Dante. 8 Alaghier: legato a nodo ch’i’ non saccio’l nome, se fu di Salamone o d’altro saggio.     Allora mi segna’ verso ‘l levante: 11 legato con un nodo di cui non conosco il nome, se fosse di Salomone o d’altro saggio. Allora mi feci il segno della croce ( ), rivolto verso Oriente: 9-11 mi segna’ alla lettera, Forese va riferimento a un nodo inestricabile. Ma l’allusione può dare adito a differenti interpretazioni. Le più accreditate sono due: la prima insiste su un’offesa, non meglio precisata, che Alighiero avrebbe subìto e che Dante non avrebbe vendicato; la seconda richiama la professione di usuraio di Alighiero, condizione considerata peccaminosa dalla Chiesa, da cui si poteva essere “sciolti” solo restituendo il denaro acquistato nell’illecita attività (cosa che, stando alle insinuazioni di Forese, Dante non avrebbe fatto). 10 Salamone: si riferisce all’uso di fare il segno della croce rivolti a Gerusalemme come scongiuro alla vista di un morto non in grazia di Dio. 11 mi segna’… levante: e que’ mi disse «Per amor di Dante, scio’mi». Ed i’ non potti veder come:     tornai a dietro, e compie’ mi’ vïaggio. 14 e quello mi disse: «Per amor di Dante, scioglimi ( )». Ma io ( ) non potei ( ) vedere in che modo: tornai indietro, e posi fine ( ) al mio viaggio. 12-14 scio’mi Ed i’ potti compie’  >> pagina 270  Analisi ATTIVA I contenuti tematici Il desiderio di sperimentare tecniche, stili, forme nuove e insolite induce Dante a tentare anche la strada popolaresca dell’invettiva e dell’improperio. La volontaria bassezza del linguaggio costituisce uno dei caratteri principali della poesia comico-realistica: all’interno di questa tradizione si colloca la tenzone con Forese Donati, nella quale calunnie e insinuazioni non risparmiano nemmeno gli affetti familiari. A inaugurare la schermaglia poetica è Dante insinuando il sospetto che il raffreddore, che anche nel periodo estivo attanaglia Nella, la moglie dell’interlocutore, sia dovuto alla scarsa prestanza sessuale e alla freddezza del marito. I malanni che la affliggono infatti non dipendono dall’età ( , v. 10) ma dalla mancanza che sente nel (v. 11). Forese replica tirando in ballo il padre defunto di Dante, accusandolo di usura, e imputa al rivale di non essere intervenuto a vendicare il genitore di un’imprecisata offesa. no l’addovien per omor’ ch’abbia vecchi nido Un esperimento comico  Riassumi l’accusa che Dante rivolge al suo antagonista. 1.  Nel sonetto dantesco vengono chiamate in causa due figure femminili: quali e perché? 2. Come abbiamo già fatto commentando i versi di Cecco Angiolieri, dobbiamo però mettere in guardia dal considerare questi componimenti come il frutto di un risentimento reale. In altri termini, più che il riflesso di precise esperienze biografiche, essi costituiscono un gioco letterario, tra l’altro assai in voga nell’ambiente toscano, dove poeti anche aulici (è il caso di Cavalcanti, oltre che dello stesso Dante) si cimentano nell’esercizio del “rispondere per le rime”. I due antagonisti si ritroveranno infatti nel : Dante descriverà nel XXIII e XXIV canto l’incontro affettuoso con l’anima di Forese, collocata nella cornice dei golosi. In quella occasione, il poeta immagina di ricordare con l’amico proprio Nella, colpita nella tenzone, ma ora esaltata come una moglie esemplare, grazie alle cui preghiere Forese ha potuto abbreviare la sua permanenza nelle cornici sottostanti. Purgatorio Un litigio per finta  Qual è il contenuto della replica di Forese? 3.  Dove si trova Forese, nel cuore di una notte insonne? 4.  Quale supplica gli rivolge l’ombra di Alighiero? 5. Le scelte stilistiche Il confronto stilistico tra i due testi è impietoso: mentre la risposta di Forese presenta una confusa sequela di vari motivi polemici (la tosse, la passeggiata, l’incontro con Alighiero), il sonetto con il quale Dante apre la contesa è un’efficace dimostrazione della sua capacità di padroneggiare anche l’aspro territorio poetico della calunnia e di rappresentare la scena della quotidianità: lo sgradevole realismo che il poeta vuole rendere al lettore è ottenuto grazie ai termini legati a malattie e oggetti della vita di tutti i giorni, oltre che tramite le perfide allusioni allo squallore e all’abbandono che amareggia la malcapitata moglie del rivale. Una lingua realistica  In quale punto del suo testo Dante infierisce sull’avversario alludendo anche alla sua povertà? 6.  Dante fa ricorso a un’espressione proverbiale in uso ancora oggi. Individuala e spiegala. 7.  Individua le locuzioni dantesche che il rivale riprende nella sua risposta. 8.  Osservando lo schema metrico dei due sonetti, è corretto dire che Forese “risponda per le rime”? Motiva la tua risposta. 9. Quali elementi dei due testi suggeriscono la loro natura fittizia? 10.   C’è modo e modo di essere amici: Dante raffigura due modi antitetici di concepire l’amicizia, nel sonetto che apre la tenzone con Forese e in   (  T9, p. 263). Facendo riferimento ai testi, descrivi la varia rappresentazione dantesca di questo sentimento. 11. Scrivere per confrontare Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io ▶ La poesia può essere divertimento e canzonatura più o meno bonaria. Sfida un tuo compagno di classe e cimentati con lui in una tenzone poetica. 12. Scrivere per COMUNICARE Dante incontra Forese Donati nel canto XXIII del  , miniatura. XV secolo. Purgatorio