T17 La vita fugge, et non s’arresta una hora , 272 Canzoniere  Sonetto. È un testo di notevole raccoglimento meditativo, che esprime però un tormentoso conflitto interiore. Il poeta guarda al passato con grande senso di sconforto, riflette sul presente e sulla fugacità del tempo, e vede davanti a sé un futuro incerto. Metro Lo scorrere del tempo e la precarietà del futuro  Asset ID: 311 ( )  let-altvoc-la-vita-fugge-et-non-s160.mp3 Audiolettura PARAFRASI          La vita fugge, et non s’arresta una hora,          et la morte vien dietro a gran giornate,          et le cose presenti et le passate mi dànno guerra, et le future anchora; 4        La vita fugge, e non si ferma mai ( ), e la morte segue molto rapidamente ( ), e le realtà presenti, quelle passate e anche ( ) quelle future mi danno il tormento ( ); 1-4 una hora a gran giornate anchora guerra “a tappe forzate”, “molto rapidamente”. 2 a gran giornate:          e ’l rimembrare et l’aspettar m’accora,          or quinci or quindi; sì che ’n veritate,          se non ch’i’ ò di me stesso pietate, i’ sarei già di questi pensier’ fora. 8         e da una parte ( ) il ricordo (del passato) e dall’altra ( ) l’attesa (del futuro) mi colpiscono al cuore ( ); al punto che, a essere sincero ( ), sarei già lontano da questi pensieri (cioè mi sarei tolto la vita), se non fosse che ho pietà di me stesso. 5-8 quinci quindi m’accora ’n veritate          Tornami avanti, s’alcun dolce mai          ebbe ’l cor    ; et poi da l’altra parte ▶ tristo veggio al mio navigar turbati i vènti; 11     Mi torna dinanzi (agli occhi della mente) quel poco di dolcezza ( ) che ebbe il mio povero cuore; e poi dalla parte del futuro ( ) vedo per la mia navigazione i venti agitati; 9-11 s’alcun dolce mai da l’altra parte TRECCANI ▶ Le parole valgono L’origine è la stessa, il latino , ma non è un refuso né un aggettivo così arcaico né la stessa, identica cosa di “triste”. Il , più che afflitto e depresso, è un uomo malvagio, perverso, cattivo oppure uno sventurato che nel volto porta la mestizia e una dose di innata malinconia. Forse il suo stato emotivo è più facile da comprendere se usiamo un derivato più scherzoso e meno impegnativo, , l’epiteto che riserviamo a quel tipo un po’ squallido e dimesso che ci fa pena quando lo incontriamo. tristo tristis tristo tristo tristanzuolo ▶ Indica l’alternativa giusta fra triste e tristo nelle seguenti frasi: «Come si fa a essere amico di quel tristo/triste individuo?»; «Sono triste/tristo al pensiero della tua partenza».          veggio fortuna in porto, et stanco omai          il mio nocchier, et rotte àrbore et sarte, e i lumi bei, che mirar soglio, spenti. 14      vedo tempesta (persino) nel porto, e il mio timoniere ( ) ormai stanco, e l’albero (della nave) e le funi ( ) rotti, e spenti i begli occhi (di Laura), che ero solito ( ) contemplare ( ). 12-14 nocchier sarte soglio mirar : tempesta. 12 fortuna sono le sartie, cioè le corde della nave. 13 sarte:    imperfetto. 14 soglio: DENTRO IL TESTO L’autore sviluppa nel sonetto un’accorata meditazione a proposito della brevità della vita e dell’incalzare della morte. Dopo il tono aforistico, proprio di una sentenza con validità universale, che caratterizza i primi due versi, già dal v. 3 il poeta adotta un punto di vista soggettivo e personale. Nulla sembra offrirgli uno spiraglio di pace: né il ricordo del passato né la prospettiva del futuro. Anzi, poiché egli ha l’impressione di aver vissuto in preda alle passioni terrene e non, come avrebbe dovuto, con lo sguardo rivolto a Dio, ora teme per il proprio destino eterno. Il v. 8, , esprime tutto il tormento interiore del poeta che indirizza il pensiero al suicidio. La salvezza gli appare lontana e incerta, mentre si concretizza una sensazione di naufragio interiore. I contenuti tematici i’ sarei già di questi pensier’ fora Una cupa meditazione sull’esistenza  >> pagina 423 Laura è morta e i suoi occhi sono (v. 14). La donna amata fa capolino soltanto nell’ultimo verso del componimento, ma la sua presenza ne illumina il significato complessivo. Il suo ricordo (v. 5) il poeta: un e soprattutto colpisce l’autore quando pensa al bene che ha perduto. Il critico Francesco De Sanctis così descrive l’efficacia drammatica di questa apparizione improvvisa e inattesa degli occhi di Laura: «l’effetto di un cielo chiarissimo che tutto a un tratto si rabbuia e ti fa sentire come il freddo taglio della scure sul collo». spenti accora senso di afflizione dolore Gli occhi di Laura Le scelte stilistiche Lo scorrere inarrestabile del tempo e l’incalzare della morte sono resi sul piano sintattico attraverso un insistito polisindeto* (soprattutto ai vv. 1-5 e 12-14). Anche la scelta lessicale concorre a enfatizzare la drammaticità del tema, attraverso una serie di termini, nella prima quartina, attinenti alla sfera temporale: , , , , . Dopo un inizio concitato, nell’ultima terzina il ritmo appare decisamente rallentato in virtù delle forti cesure* interne presenti in ciascun verso e coincidenti con le virgole (è significativa soprattutto la pausa prima di , v. 14, parola chiave dell’intero componimento). hora giornate presenti passate future spenti Un ritmo incalzante Attraverso una serie di metafore* la vita viene paragonata a una navigazione in mare aperto. L’incertezza del futuro si concretizza nell’immagine dei venti (v. 11). Il (v. 12), che rappresenta la fine della vita o la sua ultima fase, immaginata come il raggiungimento della quiete, accoglie invece il poeta con una tempesta ( , v. 12): quando sperava di essere giunto alla salvezza, si accorge al contrario di essere ancora minacciato, sul piano spirituale. Egli avverte dunque di essere ancora in pericolo a causa delle passioni terrene, che non gli consentono di sperimentare un completo ravvedimento. Tanto più che il (v. 13), che possiamo identificare con la ragione, è stanco, e quindi inefficace nel suo ruolo di guida. Infine anche l’albero e le sartie che servono a garantire l’assetto dell’imbarcazione e che sono metafora delle virtù morali, sono spezzati ( , v. 13). turbati porto fortuna nocchier et rotte àrbore et sarte La metafora della navigazione VERSO LE COMPETENZE Comprendere Qual è la ragione della sofferenza del poeta? 1 Petrarca afferma di aver pensato di togliersi la vita (v. 8). Perché non ha messo in atto tale proposito? 2 Analizzare Riporta lo schema delle rime. 3 Individua un’antitesi nella seconda quartina. 4 A che verso riconosci una proposizione parentetica? 5 Individua tre presenti nel sonetto. 6 enjambement Dal punto di vista sintattico, prevale la paratassi o l’ipotassi? Perché? 7 interpretare Perché Petrarca usa la metafora della navigazione? Proponi una metafora alternativa secondo te altrettanto efficace. 8 scrivere per... CONFRONTARE  Confronta la reazione di Dante alla morte di Beatrice, descritta nella citazione che segue, con quella di Petrarca alla morte di Laura. Scrivi un testo argomentativo di circa 20 righe. 9 ( , XXXI). Poi che li miei occhi ebbero per alquanto tempo lagrimato, e tanto affaticati erano che non poteano disfogare la mia tristizia, pensai di volere disfogarla con alquante parole dolorose; e però propuosi di fare una canzone, ne la quale piangendo ragionassi di lei per cui tanto dolore era fatto distruggitore de l’anima mia Vita nuova COMUNICARE : immagina di usare questo verso per una pubblicità. Per quale prodotto la useresti? perché? Quali immagini utilizzeresti? Prepara una breve presentazione in PowerPoint. 10 La vita fugge, et non s’arresta una hora