unità 2 • il trecento

      l’epoca e le idee

Storia e società

Nel Trecento i due poteri universali, la Chiesa e l’Impero, si indeboliscono. La Chiesa subisce lo Scisma d’Occidente, una divisione che durerà fino al 1417; l’Impero perde potere a causa della formazione delle monarchie nazionali.

In Italia finisce l’esperienza dei Comuni e si formano gli Stati regionali. Inoltre la peste e le carestie spopolano l’Europa e rendono sempre più grave la crisi economica. Infine nel 1337 inizia la Guerra dei Cento anni tra Francia e Inghilterra, che devasta mezza Europa.

LA CULTURA e gli autori

Il Trecento è un momento di passaggio dalla cultura medievale a una nuova sensibilità che anticipa lo spirito dell’Umanesimo. È il Preumanesimo.

Si riscoprono i classici e la crisi della Chiesa porta gli intellettuali a cercare di conoscere il mondo senza l’aiuto della religione.
L’uomo non è più solo vittima della Provvidenza (volere divino), ma può provare a cambiare il suo destino.


Si impone anche “l’etica del mercante” e si affermano i nuovi valori della borghesia, basati essenzialmente su qualità individuali: l’operosità (spirito di iniziativa), l’intelligenza e l’attenzione al proprio patrimonio.


Firenze svolge un ruolo molto importante.
Dopo Dante anche i due più grandi autori del Trecento, Petrarca e Boccaccio, contribuiscono a fare di Firenze un importante centro linguistico e culturale.

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I generi

La grande novità del Trecento è che non esistono più le scuole poetiche. Rimangono però gli stessi generi poetici, cioè: la poesia amorosa e comico-realistica e la ▶ poesia didattico-allegorica a imitazione di Dante.
Nella prosa ritroviamo le cronache cittadine, le lettere e la novellistica a cui si aggiunge la letteratura religiosa.

      francesco petrarca

La vita

Francesco Petrarca nasce ad Arezzo nel 1304.

Nel 1312 la famiglia si stabilisce in Francia vicino ad Avignone, perché il padre, un fiorentino guelfo bianco, è condannato all’esilio come Dante.

Ad Avignone Petrarca studia grammatica, retorica e dialettica, poi anche giurisprudenza a Montpellier.

Nel 1320 si trasferisce a Bologna, dove scopre la cultura dei classici e la poesia degli stilnovisti.


Alla morte del padre, nel 1326, Petrarca ritorna ad Avignone, dove, nel 1327, incontra Laura, la donna che canterà nelle sue poesie. Nel 1330 assume una carica ecclesiastica minore la cui rendita gli permette di dedicarsi alla scrittura.

Nel 1340 sia l’Università di Parigi sia il Senato di Roma gli offrono l’▶ incoronazione poetica.


Nel 1348 Petrarca viene a sapere della morte di Laura, quando già da cinque anni aveva cominciato a scrivere la raccolta di poesie a lei dedicata, il Canzoniere, opera che completerà solo nel 1373.


Dopo diversi viaggi, tra cui quello a Firenze, dove incontra Giovanni Boccaccio, nel 1370 Petrarca si stabilisce definitivamente ad Arquà, paese in cui trascorre gli ultimi anni della sua vita dedicandosi allo studio, alla lettura e alla scrittura.


Muore nel 1374.

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I grandi temi

Il valore della cultura classica antica e del cristianesimo

Petrarca vuole trasmettere al mondo moderno il sapere antico dei Greci e dei Romani, integrandolo con il mondo cristiano della sua epoca. I testi dell’antichità erano conosciuti, ma solo attraverso le copie fatte dai monaci che erano piene di errori. Per questo Petrarca prova a ristabilire la versione originale dei testi antichi e cerca anche di ritrovare altre opere antiche andate perdute.

L’effetto dell’amore

Petrarca esalta le virtù femminili, ma sa che il suo amore avrà conseguenze negative (infelicità e senso di colpa).

Questa consapevolezza rende Petrarca molto moderno, perché è il primo a porre l’attenzione sugli effetti che ha l’amore su chi lo prova.

Il tormento interiore

Petrarca è molto religioso, ma ama le passioni terrene.

Questa contraddizione lo porta a interrogarsi sui valori dell’umanità e sul suo ruolo nel mondo. Infatti i suoi testi contengono anche profonde riflessioni filosofico-morali.

L’autoritratto idealizzato

Petrarca costruisce attraverso i suoi scritti (soprattutto tramite le lettere) un monumento a sé stesso anche se non nasconde i suoi limiti personali e i suoi difetti.

Le opere

Tutta la produzione letteraria di Petrarca è in latino tranne il Canzoniere, la sua opera più celebre, e i Trionfi (1356) che sono in volgare. Tra le opere in prosa più importanti c’è anche il suo epistolario.


Il Secretum, scritto tra il 1347 e il 1353, è scritto in forma di dialogo tra Petrarca e sant’Agostino.

I due protagonisti rappresentano i due volti di Petrarca:

  • il primo simboleggia l’umanità e la vita terrena,
  • il secondo rappresenta la spiritualità e la religiosità.

Il dialogo mostra il conflitto interiore del poeta tra le due opposte tendenze del suo spirito.


I Trionfi sono un poema allegorico-didattico (rimasto incompiuto) scritto in volgare e ispirato all’amore per Laura. Qui Petrarca si ispira alla Divina Commedia dantesca.

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CANZONIERE

Il Canzoniere è l’opera più conosciuta di Petrarca che sarà imitata per secoli in tutta Europa.

La struttura e il titolo

Il Canzoniere è una raccolta di 366 componimenti lirici, come i giorni dell’anno, se si esclude il sonetto introduttivo.

È diviso in due sezioni: “Rime in vita di madonna Laura” e “Rime in morte di madonna Laura”.

Petrarca concepisce l’insieme delle poesie come un’opera unitaria. Nel 1516, molto dopo la morte di Petrarca, l’opera prende il nome di Canzoniere.

I temi

Il Canzoniere è un’autobiografia ideale sul modello della Vita Nuova di Dante.
Petrarca vuole descrivere il passaggio dai valori terreni, come l’amore e la gloria letteraria, a quelli della fede.


Il personaggio centrale dell’opera è Laura, la donna amata. Laura è una figura idealizzata e fortemente simbolica, ma non è più la donna-angelo degli Stilnovisti perché assume connotati di umanità e di sensualità.


Il vero protagonista è però l’animo angosciato del poeta, ed è questa la grande novità di Petrarca.
Oltre all’amore, il Canzoniere tratta anche altre tematiche, come la situazione politica degli Stati italiani, la nostalgia per la patria, la corruzione della curia papale e la religione.

La scelta della lingua

Petrarca usava il latino come lingua quotidiana. Quindi per lui il volgare era una lingua solo letteraria. Per questo nel Canzoniere il volgare è usato in modo molto elaborato. Petrarca mette a punto un linguaggio chiuso e selettivo.

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Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono


di Francesco Petrarca, dal Canzoniere, 1

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Audiolettura

Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono

di quei sospiri ond’io nudriva ’l core

in sul mio primo giovenile errore

quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono:

del vario stile in ch’io piango et ragiono,

fra le vane speranze e ’l van dolore,

ove sia chi per prova intenda amore,

spero trovar pietà, nonché perdono.

Ma ben veggio or sì come al popol tutto

favola fui gran tempo, onde sovente

di me medesmo meco mi vergogno;

e del mio vaneggiar vergogna è ’l frutto,

e ’l pentérsi, e ’l conoscer chiaramente

che quanto piace al mondo è breve sogno.

DENTRO IL TESTO

METRO: sonetto con schema di rime ABBA ABBA CDE CDE


Questo componimento è il sonetto introduttivo del Canzoniere.
Per questo Petrarca usa uno stile ricercato e ricco di allitterazioni (cioè di ripetizioni dello stesso suono), come nei primi due versi il suono della lettera “s” che imita il suono dei sospiri.


La poesia per Petrarca è un modo per esprimere la propria sofferenza interiore. Infatti il tema centrale della poesia è l’amore del poeta e le sue sofferenze.
L’amore terreno di Petrarca è molto diverso dall’amore spirituale di Dante. Petrarca non crede all’amore eterno, per questo definisce il suo amore per Laura un errore di gioventù.
C’è inoltre una forte differenziazione tra presente e passato: il passato è il tempo dell’errore, mentre il presente è il tempo della vergogna e del pentimento.

VERIFICA

Rispondi alle domande


1. A chi si rivolge il “Voi” del primo verso?

  • A Laura, la donna amata.
  • Ai lettori del Canzoniere.


2. Petrarca da chi spera di ottenere pietà e perdono?

 


3. Alla fine del sonetto Petrarca dichiara di aver capito che:

  • le passioni terrene sono un’illusione di breve durata.
  • vergogna e pentimento durano poco.
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Pace non trovo, et non ò da far guerra


di Francesco Petrarca, da Canzoniere, 134

 Asset ID: 29 (let-audlet-pace-non-trovo-et-non-170.mp3

Audiolettura

Pace non trovo, et non ò da far guerra;

e temo, et spero; et ardo, et son un ghiaccio;

et volo sopra ’l cielo, et giaccio in terra;

et nulla stringo, et tutto ’l mondo abbraccio.

Tal m’à in pregion, che non m’apre né serra,

né per suo mi riten né scioglie il laccio;

et non m’ancide Amore, et non mi sferra,

né mi vuol vivo, né mi trae d’impaccio.

Veggio senza occhi, et non ò lingua et grido;

et bramo di perir, et cheggio aita;

et ò in odio me stesso, et amo altrui.

Pascomi di dolor, piangendo rido;

egualmente mi spiace morte et vita:

in questo stato son, donna, per voi.

DENTRO IL TESTO

METRO: sonetto con schema di rime ABAB ABAB CDE CDE


Nel sonetto emerge il ritratto di un uomo inquieto, preda di un grande contrasto interiore. La tensione che vive è espressa con una serie di opposizioni, come nel verso 2: “e temo, et spero; et ardo, et son un ghiaccio”.


L’io diviso è una caratteristica della poesia di Petrarca. In questa poesia si vede bene il contrasto tra il desiderio di spiritualità e lo stimolo dei sensi che possiede il poeta.

VERIFICA

Scrivi il contrario delle espressioni che trovi nella tabella sottostante e che sono tratte dalla prima quartina


  Contrario
pace

 

ardo

 

volo sopra ’l cielo

 

tutto ’l mondo abbraccio

 

Rispondi alle domande


1. Petrarca compie i suoi studi:

  • in Italia.
  • in Francia.
 

2. Nel 1330 Petrarca:

  • inizia una carriera politica.
  • assume una carica ecclesiastica.
 

3. Il “volgare” di Petrarca è molto elaborato e difficile perché:

  • non è la lingua in cui si esprimeva quotidianamente.
  • è una lingua più complessa del latino.
 

4. Nel Secretum Petrarca dialoga con:

  • Dante.
  • Sant’Agostino.
 

5. Quali sono le due uniche opere letterarie di Petrarca in volgare?

 

 


6. Petrarca usa spesso la figura retorica dell’antitesi perché:

  • andava molto di moda al suo tempo.
  • si adatta al tema del conflitto interiore.
 

7. L’io di Petrarca è “diviso” tra:

  • fede e bellezza.
  • spiritualità e passioni terrene.
 

8. Vero o falso?


La poesia di Petrarca non ebbe successo mentre lui era in vita.

  •   V       F   

Il Canzoniere affronta solo il tema dell’amore di Petrarca per Laura.

  •   V       F   

Petrarca visse a lungo in Francia.

  •   V       F   

Petrarca fu amico di Boccaccio.

  •   V       F   

Dal 1330 Petrarca può dedicarsi solo allo studio e alla scrittura.

  •   V       F