L’arte del PALEOLITICO In 2 parole Figure di ANIMALI e STATUETTE FEMMINILI simbolo di FERTILITÀ Il Paleolitico copre un periodo molto esteso della vita dell’uomo sulla Terra, da circa 2,5 milioni di anni fa al 10 000 a.C. circa. Fin da subito, nelle sue raffigurazioni : il mondo in cui vive e ciò che lo circonda. Rappresenta animali, ma anche piante e figure umane. l’essere umano riproduce ciò che vede Alle origini della pittura Le prime e (eseguite cioè sulle pareti delle caverne) appaiono solo alla fine del Paleolitico (a partire da 35 000 anni fa) e sono state rinvenute per la maggior parte in Europa occidentale, soprattutto in Spagna e Francia, e in misura minore in Italia. pitture incisioni rupestri Le pareti di queste grotte appaiono dipinte o incise soprattutto con figure di , probabilmente allo scopo di favorirne la caccia: sono rappresentati infatti bisonti, cavalli, rinoceronti, tori e cervi. Si tratta in alcuni casi di , opera di generazioni di uomini che in epoche diverse hanno aggiunto i propri disegni a quelli già esistenti. animali lavori “collettivi” Il complesso di pitture parietali della , oggi Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è considerato il più importante della Preistoria per estensione, varietà e bellezza. grotta di Lascaux La grotta è costituita da circa 250 metri di tra sale, corridoi e pozzi. La , una delle più importanti, prende il nome dagli animali che vi sono dipinti: bovini, soprattutto, ma anche cavalli, cervi, felini e un orso. In tutto sono state contate circa , molte delle quali sono tra le più e accuratamente eseguite tra tutte quelle che si trovano nelle grotte paleolitiche, con un’attenzione speciale per la degli animali e la . gallerie Sala dei Tori 1900 figure realistiche colorazione dei manti resa del movimento   Video – Lascaux: le prime pitture  Sala dei Tori, 16 000-14 000 a.C. ca., pittura rupestre. (Francia).   Grotta di Lascaux  >> pagina 19  Le veneri paleolitiche Le prime sculture preistoriche sono statuette alte più o meno 20 cm realizzate in osso, avorio o pietra. Spesso rappresentano figure femminili e sono dette “Veneri”, come se anticipassero il culto greco e romano della dea della bellezza, Venere, appunto. La , così chiamata perché scoperta a Willendorf (Austria) nel 1908, raffigura una donna con seno e ventre molto pronunciati. Altre parti del corpo, come le braccia o gli occhi, sono invece appena accennate, mentre colpisce la vistosa capigliatura crespa, che alcuni interpretano come un copricapo di conchiglie. Le forme appaiono e al tempo stesso nelle dimensioni dei caratteri sessuali, collegati con la procreazione e il nutrimento: per questa ragione la scultura viene interpretata come . Venere di Willendorf realistiche esagerate simbolo di fertilità   Video – La Venere di Willendorf   23 000 a.C. ca., pietra calcarea, h 11 cm. . > Venere di Willendorf, Vienna, Naturhistorisches Museum Osserva    e rispondi Le braccia della Venere  : di Willendorf ☐ sono distese lungo  i fianchi. ☐ sono incrociate sul  petto. ☐ sono piegate con le mani  appoggiate sul seno. ☐ non sono presenti. il primo volto La cosiddetta è giunta fino a noi. Fu ritrovata alla fine dell’Ottocento in una grotta vicino al paesino di Brassempouy, nella Francia meridionale. È una piccola testa scolpita nell’avorio, dai caratteri insieme e : ad eccezione della bocca, che non è presente, il lungo collo e i tratti del viso sono ben delineati, con naso e sopracciglia fortemente evidenziati, tanto da sembrare un ritratto. La capigliatura, invece, è resa con un’incisione schematica quadrettata per nulla realistica, che fa pensare a un copricapo (per questo è conosciuta anche come la ). Venere di Brassempouy la più antica raffigurazione di un volto umano realistici stilizzati Dama col cappuccio   , 21 000 a.C. ca., avorio di mammut, h 3,6 cm. Saint-Germain-en-Laye (Francia), Musée d’Archéologie Nationale. > Venere di Brassempouy le tecniche LA PITTURA RUPESTRE Come dipingevano i nostri antenati? I contorni delle figure venivano tracciati col   ricavato dal carbone di legna, mentre all’interno il  , ricavato dall’ocra, era steso con una specie di pennello fatto di ciuffi di pelo, oppure con tamponi rudimentali di muschio o erba, o con le dita stesse. carboncino nero colore A volte l’ocra, rossa o gialla, veniva masticata e soffiata sulla parete con una canna, in modo da riempire via via l’immagine con una tinta piatta e uniforme. L’ocra poteva inoltre essere usata intera, come un gessetto, o macinata e mescolata a leganti come sangue o grasso.  Polvere di ocra. >