La SCULTURA etrusca In 2 parole Statue in TERRACOTTA e in BRONZO per tombe e templi La scultura etrusca era essenzialmente destinata al e all’ . Le grandi sculture così come le statuette votive sono realizzate in e in , materiali di cui gli Etruschi padroneggiavano perfettamente le tecniche di lavorazione. Lo stile richiama i modelli dell’arte greca, che si fondono con elementi di gusto locale. culto uso funerario terracotta bronzo Il dio più bello L’ è un (cioè colorato) che faceva parte della decorazione del tempio della città. Per la sua bellezza è stato attribuito a , l’unico scultore etrusco di cui conosciamo il nome, attivo nella città di Veio. Apollo di Veio acrotèrio policromo Vulca La statua, a grandezza naturale, ricorda i di età arcaica, sia per la posa frontale che per la resa del volto sorridente e dei capelli, ma qui, il movimento delle gambe è molto più accentuato rispetto ai modelli greci. koùroi , fine del VI secolo a.C., terracotta policroma, h 181 cm. Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. > Apollo di Veio Una lupa leggendaria La cosiddetta nel passato è divenuta simbolo del potere di Roma perché identificata con l’animale che allattò i due gemelli fondatori della città. In realtà si tratta di un’opera etrusca in bronzo, probabilmente del V secolo a.C. Il corpo della lupa, asciutto e magro, è reso in modo , ma la posizione è , soprattutto nel movimento del collo. Il muso, rispetto al corpo, è meno realistico, così come la raffigurazione del pelo, caratterizzato da riccioli schematici e decorativi. Lupa capitolina naturalistico rigida , V secolo a.C., bronzo, h 83 cm. Roma, Musei Capitolini. > Lupa capitolina Osserva da vicino I due gemelli, che secondo il racconto mitico delle origini di Roma sarebbero Romolo e , non fanno parte della Remo scultura etrusca ma sono stati aggiunti alla fine del XV secolo. >> pagina 97 La chimera ferita La statua bronzea della raffigura un mostro mitologico con corpo e testa di leone, coda di serpente e testa di capra sul dorso. Chimera di Arezzo L’animale è colto con la bocca spalancata, mentre arretra per difendersi dal nemico, l’eroe greco Bellerofonte, incaricato di ucciderlo. Il corpo, con il busto inclinato in posizione di attacco, è rappresentato in modo naturalistico, mentre la criniera e il pelo del dorso sono resi con ciocche schematiche e rigide. La , incisa sulla zampa anteriore destra, indica che si tratta di un . dedica al dio Tinia dono alla divinità , VI-V secolo a.C., bronzo, h 80 cm. Firenze, Museo Archeologico Nazionale. > Chimera di Arezzo Una misteriosa statuetta votiva Un’opera originale della statuaria in bronzo etrusca, datata al III secolo a.C., è la statuetta votiva nota come , proveniente da Volterra. L’opera, così ribattezzata dal poeta Gabriele D’Annunzio perché evocava le ombre del tramonto, rappresenta un uomo nudo con il corpo dalle proporzioni estremamente allungate e il viso giovane, reso con fattezze realistiche. Ombra della sera Lo sguardo enigmatico e l’altezza inverosimile donano alla scultura un , e allo stesso tempo dimostrano la grande raggiunta dagli artigiani di Volterra, già famosi nell’antichità. fascino misterioso capacità tecnica , III secolo a.C., h 57,50 cm. Volterra, Museo Etrusco Guarnacci. > Ombra della sera E oggi? LE SCULTURE DI GIACOMETTI L’arte antica ha sempre esercitato una grande influenza sugli artisti del Novecento che, rimasti affascinati dai soggetti o dagli stili, ne hanno proposto nuove interpretazioni. Nel caso della statuetta etrusca detta , l’opera è Ombra della sera stata spesso accostata alla produzione dell’artista svizzero Alberto (Borgonovo Giacometti 1901-Coira 1966), che ha più volte dichiarato di essersi ispirato ad essa per le sue sculture filiformi di uomini e donne. Le opere di Giacometti, a differenza del modellato liscio del bronzetto etrusco, presentano una superficie più irregolare e . Tuttavia, sebbene separate lavorata da secoli di storia, le forme longilinee e sottili corrispondono a quelle dell’ e Ombra della sera hanno la stessa . forza evocativa Alberto Giacometti, , 1960, bronzo, 187x109x27 cm. Buffalo, Albright-Knox Art Gallery. > Uomo che cammina I