L’ARCHITETTURA romana In 2 parole TECNICHE NUOVE per grandi OPERE PUBBLICHE I Romani hanno saputo trarre dalla culture dei popoli conquistati numerosi spunti, rielaborandoli poi in modo autonomo, secondo il loro sviluppato spirito pratico, soprattutto in . Dovendo governare un vastissimo territorio, infatti, i Romani costruiscono strade, ponti, acquedotti, fognature ed edifici per lo svago e il benessere della cittadinanza, non solo a Roma, ma in tutti i territori conquistati, dove fondano numerose città. opere di pubblica utilità   Video – Le opere di pubblica utilità nell'antica Roma Nuove tecniche per costruire Gli architetti romani, pur ispirandosi ai modelli di costruzione greci, si dedicano a perfezionare le tecniche allora conosciute e a sperimentarne di nuove. Dagli Etruschi ereditano l’uso dell’ , cioè perfettamente semicircolare, che migliorano e sviluppano, ma introducono anche importanti innovazioni, come l’uso del che permette di costruire murature leggere, resistenti ed economiche. arco a tutto sesto cementizio le tecniche LE COPERTURE A VOLTA E IL CEMENTIZIO Dalla tecnica dell’arco a tutto sesto appresa dagli Etruschi (▶ p. 92), i Romani derivano altre strutture a  , che permettono di realizzare coperture di ambienti anche molto grandi. volta La è il prolungamento volta a botte in lunghezza di un arco a tutto sesto. L’incrocio di due volte a botte determina  una volta a crociera . La a, a forma semisferica, è resa cupol possibile dall’uso del cementizio, che alleggerisce la struttura. La tecnica del , o del cosiddetto , consiste nel  cementizio muro a sacco riempire lo spazio tra due muri ( ) con piccole pietre e ghiaia,  paramenti mescolati a malta. I paramenti differiscono a seconda del materiale impiegato e della disposizione  dei blocchi: , con pietre irregolari; ,  opus incertum opus reticulatum con conci disposti in diagonale; , con mattoni. opus latericium  Paramenti murari. >  Realizzazione di un muro a sacco. >  >> pagina 99  L’acquedotto, un’invenzione tra arte e ingegneria Le città romane avevano un sistema per raccogliere, distribuire e smaltire l’acqua tramite acquedotti, tubature e reti fognarie, paragonabile come efficienza a quello dei nostri giorni. L’acquedotto è una galleria sotterranea o sopraelevata su arcate, come l’ , che raccoglie l’acqua dalle sorgenti e la porta fino alle città, talvolta lontane decine di chilometri. L’acqua è destinata ai bisogni domestici delle grandi case private, alle botteghe, ai bagni pubblici, alle fontane e alle terme. acquedotto di Pont-du-Gard Acquedotto romano di Pont-du-Gard, 20 a.C. Francia. STRUTTURA DI UN ACQUEDOTTO ROMANO Nel suo percorso l’acquedotto deve aggirare vari ostacoli e superare i dislivelli  del terreno mantenendo un’inclinazione costante: l’acqua così scorre con  la stessa velocità, senza fermarsi né andare troppo veloce causando danni  alla struttura. Edifici per l’igiene e lo svago Le grandi capacità ingegneristiche e idrauliche dei Romani permettono loro di realizzare edifici dotati di , come le terme, ovvero bagni pubblici costituiti da una successione di ambienti dal più freddo (frigidario) al più caldo (calidario), con piscine, saune e palestre. Le erano frequentatissime dai cittadini di Roma come luogo di incontro e di riposo durante il tempo libero. sistemi di riscaldamento Terme di Caracalla  Vista aerea delle Terme di Caracalla, 216 d.C. ca. Roma. >