DALLE ORIGINI ALLA CONQUISTA DEL MEDITERRANEO T6 Un dialogo tra amiche tratto da Cistellaria, vv. 1-118 (atto I, scena I) ITALIANO La Cistellaria è una commedia mutila (manca l ultima parte, corrispondente a quasi tutto il quinto atto), la cui trama derivata da Menandro rimane per noi, di conseguenza, sospesa e inconclusa. Dal punto di vista dell intreccio, come molte commedie plautine, la Cistellaria è caratterizzata dall elemento dell anagnòrisis o agnizione: il riconoscimento della persona è indispensabile per risolvere l intreccio e giunge proprio al momento opportuno, quando tutto era dato ormai per perso e la commedia sembrava quasi trasformarsi in tragedia. Non è un caso, del resto, che il titolo derivi dalla piccola cesta (cistella) in cui erano stati riposti gli oggetti che porteranno al riconoscimento. Gli oggetti appartenevano a Selenio, una bimba abbandonata e raccolta da Melènide, una cortigiana. Selenio ama, ricambiata, il giovane Alcesimarco, che il padre ha invece deciso di accasare con la glia del ricco Demif ne. Questi in gioventù aveva violato una ragazza, che, rimasta incinta, era stata costretta a esporre la sua bambina; divenuto vecchio, ha poi sposato la donna di cui aveva abusato ed entrambi vorrebbero ora ritrovare la glia perduta. Proprio quando Alcesimarco e Selenio, ridotti alla disperazione dagli ostacoli frapposti al loro amore, sono pronti al suicidio, la cesta con i giochi permette a Selenio di essere riconosciuta come glia di Demif ne e di sposare il suo innamorato. La scena che presentiamo è quella che apre la commedia, un dialogo tra Selenio, la cortigiana Ginnasio e sua madre, nel quale emerge il motivo dell amicizia e della solidarietà tra gli esseri umani, valori che fanno della Cistellaria la commedia di Plauto più vicina, per temi, toni e personaggi, al teatro menandreo. 5 10 15 20 Esce di casa Selenio con Ginnasio e la ruf ana. SELENIO Da tempo ti porto affetto, Ginnasio mia, e so che mi sei amica; così tua madre. Ma solo oggi mi avete manifestato apertamente la vostra amicizia tutt e due. Neppure una sorella poteva avere maggiori riguardi per me. Non so: ad esser schietta, credo che di più non si potesse fare. Avete trascurato ogni vostro affare1 per accorrere in mio aiuto. Ve ne ringrazio, meritate grande riconoscenza. GINNASIO Ci basta così, è già un grande compenso. Viene spontaneo a chi ti frequenta rendersi utile. A pranzo ci hai fatto un accoglienza così garbata, così splendida! Non la dimenticheremo mai. SELENIO sempre stato e sarà sempre un vero piacere per me soddisfare quanto credo sia un vostro desiderio. RUFFIANA Come disse quel tale portato dal vento propizio su un mare tranquillo: evviva il vento... che ci porta a te! Oggi ci hai accolte con tale delicatezza! Mi è piaciuto tutto in casa tua, tranne il servizio. SELENIO Perché mai, cara? RUFFIANA Tirchi nel darmi da bere, e con vino torbido. GINNASIO Ma cara, non sta bene dire così. RUFFIANA verità sacrosanta. Qui non ci sono estranei. SELENIO Vi ringrazio, e lo meritate. Voi mi volete bene e avete stima per me. RUFFIANA Dev essere sempre così, Selenio mia. Tra noi del nostro ceto dobbiamo volerci bene ed essere buone amiche. Vedi la gran nobiltà, le signore di alto rango, 1. Avete trascurato affare: si riferisce all esercizio della professione delle due donne, entrambe cortigiane, come si ricava da quanto segue. 160