DALLE ORIGINI ALLA CONQUISTA DEL MEDITERRANEO in breve Per fare un esempio, possiamo citare ancora una volta l Hecy ra, non a caso poco gradita al pubblico: la vicenda si riassume in un unico evento, la decisione di Filùmena di ritornare alla casa paterna. L intera commedia gravita intorno alle reazioni dei personaggi, alla loro ricerca di una spiegazione, al modo in cui questo evento complica le loro relazioni reciproche, alle false piste che si trovano a seguire. I MODELLI GRECI E LA CONTAMINATIO Nei prologhi Terenzio Un prologo in difesa del poeta Come abbiamo detto, la novità dei prologhi terenziani è si ritrova spesso rappresentata dal fatto che in essi il poeta rinuncia a fornire informazioni sulla trama della a difendere le sue commedia per affrontare questioni di poetica e rispondere alle critiche dei suoi avversari. commedie dai detrattori Un buon esempio è rappresentato dal prologo dell Andr a (vv. 1-16): che ne criticano soprattutto la pratica Quando il nostro poeta decise di tentare la carriera di commediografo, pensò che avrebbe della contaminatio. dovuto preoccuparsi solo di comporre drammi graditi al pubblico. Ma ora si rende conto che Terenzio infatti era solito unire in una sola trama le cose non stanno più così: deve spendere tutto il suo tempo a scrivere prologhi, non per racgli elementi di commedie contare la trama della storia, ma per rispondere alle maldicenze di un vecchio poeta malevolo. diverse dei suoi modelli, State a sentire, per favore, quali sono le accuse che gli vengono rivolte. Menandro scrisse un Anprocedimento già seguito dria e una Perinzia: sono così simili nella trama, che chi ne ha letta una è come se le avesse lette da Nevio, Ennio e Plauto. tutte e due; invece, sono molto diverse nel linguaggio e nello stile. Lui ammette di aver preso dalla Perinzia quello che gli faceva comodo e di averlo inserito nell Andria, come se fosse roba sua. Ecco appunto il rimprovero che queste persone gli muovono: sostengono che non è lecito contaminare le commedie. (trad. G. Zanetto) teatro Il numero e la distribuzione dei personaggi in scena A quanto sappiamo, Terenzio recupera da Menandro la distribuzione bilanciata dei personaggi in scena: mentre in Plauto uno stesso personaggio poteva rimanere in scena anche per oltre cinquecento versi, nelle commedie terenziane non si superano i centocinquanta versi consecutivi, con un avvicendarsi che contribuisce a dare vivacità a storie di per sé meno dinamiche di quelle partorite dalla fantasia plautina. Come Plauto, però, Terenzio sfrutta le possibilità offerte da un teatro non vincolato all impiego di tre soli attori (come era invece quello attico), e quindi aumenta il numero dei personaggi fino ad arrivare a quattordici per commedia: non è raro il caso di personaggi di riempitivo che fungono da spalla di un altro personaggio, trasformando in dialogo quello che originariamente era un monologo (quindi con due personaggi al posto di uno), oppure quello di coppie omologhe di altre, che 228 creano una contrapposizione a specchio (quindi con quattro personaggi al posto di due). Scena dell Andr a di Terenzio in un rilievo del II secolo a.C.