PALESTRA DELLE COMPETENZE SAME VERSO L E O T A T DI S I circenses di oggi Analisi e produzione di un testo argomentativo Spesso le élite al potere hanno manifestato l esigenza di trovare dei sistemi di distrazione per distogliere da sé gli occhi attenti dei cittadini e governare così con meno ostacoli. Alcuni sostengono che tale funzione sia oggi svolta dai media, altri la attribuiscono allo sport, e in particolare al calcio. 5 10 15 20 25 30 336 Panem et circenses . Nelle sue satire Giovenale denunciava la tendenza dei potenti della sua epoca (e di quelle precedenti) a cercare di conquistare il consenso delle masse urbane distribuendo cibo gratis e organizzando spettacoli, spesso sanguinosi, nelle arene dei circhi costruiti allo scopo. Da quei tempi ad oggi la formula del panem et circenses è stata sempre usata per mettere in luce le operazioni di distrazione di massa compiute dai governi per distogliere i cittadini del proprio Paese dai problemi reali ed indirizzare le loro attenzioni verso questioni illusorie e marginali. Tra le tante attività sportive quella che più di ogni altra è stata caricata di questo significato negativo è sicuramente il calcio. Per la verità anche il ciclismo, almeno in Italia, ha svolto una funzione distrattiva. Per anni si è detto che la vittoria di Gino Bartali al Tour de France distolse i militanti del Pci dal riaccendere la guerra civile dopo l attentato a Palmiro Togliatti. Ma quando si tira in ballo Giovenale ed il suo panem et circenses ci si riferisce sempre al calcio ed alla sua capacità di accendere o placare l emotività delle masse dei tifosi. Al punto che è diventato addirittura un luogo comune attribuire una specifica funzione sociale allo sport che più di ogni altro è diventato la massima industria dello spettacolo. Durante gli anni del fascismo la costruzione degli stadi e la vittoria dei mondiali nel 34 e nel 38 vennero considerati strumenti indispensabili per la fabbrica del consenso del regime. E nell Italia del dopoguerra democratico e repubblicano il 4-3 con la Germania nei mondiali del 1970 ed il titolo mondiale del 1982 divennero fattori potentissimi di riscoperta del tricolore e di risveglio dell orgoglio nazionale. Questa funzione sociale rimane intatta anche in tempi di coronavirus. Di sicuro l interruzione dei campionati, da quelli professionistici a quelli dei giovani dilettanti, è servita a dimostrare all opinione pubblica del Paese lo stato di gravissima emergenza in cui la pandemia ha posto l intera penisola. Naturalmente il provvedimento di blocco ha avuto come giustificazione principale la necessità di frenare i contagi impedendo gli assembramenti negli stadi. Ma accanto a questa ragione oggettiva c è stata anche quella di convincere gli italiani che è arrivato il momento delle grandi rinunce e dei grandi sacrifici. Così come il blocco del calcio è servito a dare la dimensione concreta dell emergenza, la sua ripresa diventerà inevitabilmente il segno che il ritorno alla normalità non è affatto impossibile. Sperare nel ritorno alla normalità, quindi, non è una forma di egoismo di bottega ma un segnale di buon senso e di ottimismo. Di vittoria sulla pandemia. Ma