L autore Lucrezio 25 30 35 quos ego de rerum natura pangere conor Memmia dae nostro, quem tu, dea, tempore in omni omnibus ornatum voluisti excellere rebus. Quo magis aeternum da dictis, diva, leporem. Effice ut interea fera moene ra militia i per maria ac terras omnis sopita quiescant. Nam tu sola potes tranquilla pace iuvare mortalis, quoniam belli fera moene ra Mavors armipotens regit, in gremium qui saepe tuum se re cit aeterno devictus vulnere amoris, atque ita suspiciens tereti cervice reposta pascit amore avidos inhians in te, dea, visus eque tuo pendet resupini spiritus ore. che mi appresto a comporre sulla natura delle cose per il nostro Memmio, che tu, dea, in ogni tempo hai voluto eccellesse, di ogni pregio adorno. E allora, divina, dona fascino eterno alle mie parole. Fa che intanto le fiere fatiche di guerra per mari e per terre ovunque riposino sopite. Tu sola puoi infatti aiutare i mortali con la pace serena, poiché regge le fiere fatiche di guerra Marte potente nelle armi, che spesso nel grembo tuo si abbandona, vinto dall eterna ferita d amore elevando lo sguardo, il bel collo reclino, pasce d amore gli avidi occhi anelando a te, dea, riverso, il respiro sospeso alla tua bocca. cazione alla dea-musa: pur nel rispetto di questa prassi antica, Lucrezio introduce un elemento di novità scegliendo come protettrice della sua opera non la musa della poesia, ma Venere. Si realizza quindi una completa solidarietà tra la creazione poetica e le forze vitali che nella concezione epicurea governano il mondo sico. Quae quoniam: nesso relativo con anastrofe di quoniam, frequente in Lucrezio (già presente, per esempio, al v. 4). scribendis versibus: dativo nale. 25-27. quos ego rebus All invocazione della dea segue il riferimento al dedicatario dell opera, Memmio, che viene pertanto posto in diretta relazione con Venere stessa. quos: si riferisce ai versi menzionati al v. 24 Memmia dae: della stirpe dei Memmi ; in luogo del semplice nome, Lucrezio si rivolge al suo dedicatario impiegando il più solenne patronimico. Si identi ca questo personaggio con Gaio Venere genitrice, attribuita a Callimaco, fine V secolo a.C., copia romana. Memmio, esponente di un antica famiglia romana, nato nel 98 a.C., tribuno nel 66, pretore nel 58, appartenente a una classe sociale strettamente legata alle tradizioni religiose, e per la quale il messaggio epicureo risulta inevitabilmente estraneo e ostile. verosimile, inoltre, che Memmio fosse davvero un neo ta, e non pare che si sia mai convertito all epicureismo. Queste due caratteristiche del Memmio storico diventano centrali nel Memmio personaggio, cui Lucrezio assegna la funzione di destinatario dell opera e che potrà in tal modo rappresentare ef cacemente il prototipo del lettore tendenzialmente scettico e dif cile da persuadere. quem rebus: costruisci: quem (riferito a Memmia dae nostro) tu, dea, voluisti excellere in omni tempore ornatum omnibus rebus. Nota l anastrofe (tempore in omni) e il poliptoto* (in omni omnibus). 28-30. Quo magis quiescant ae- ternum... leporem: la richiesta che Lucrezio rivolge a Venere, di concedere ai suoi versi grazia eterna , costituisce un importante punto di contatto con la scuola neoterica ( p. 341). L attenzione per la cura formale e la ricercatezza che aveva caratterizzato la poetica callimachea diviene in Lucrezio uno strumento al servizio della missione divulgativa del suo poema. moene ra militia i: arcaismi. 31-37. Nam tu sola spiritus ore quoniam se rei cit: costruisci: quoniam Mavors armipo tens regit fera moenera belli, qui in gremium tuum saepe se rei cit. Armipo tens è aggettivo composto (arma e potens). Marte (qui indicato con il termine Mavors, forma arcaica per Mars) è, come Venere, un mitico progenitore dei Romani e presiede alle attività belliche, ma è anche il compagno della dea: questa può dunque garantire la pace blandendolo. gremium tuum: iperbato. 477