L autore Lucrezio notte, una volta rubata per sempre la luce del sole.11 Ma era più assillante che le stirpi delle fiere spesso minacciavano il riposo agli infelici. E scacciati di casa fuggivano i covi rocciosi 985 all arrivo d un cinghiale schiumante o d un forte leone, e spauriti nella notte profonda cedevano ad ospiti crudeli i giacigli coperti di fronde. Né allora molto più che adesso le stirpi mortali lasciavano il dolce lume della vita fra i lamenti. 990 Allora più spesso qualcuno di loro, ghermito, offriva cibo vivo alle fiere, divorato dalle zanne, e riempiva di gemiti boschi, montagne e foreste, vedendo vive viscere seppellirsi in una tomba viva.12 Ma quelli salvati dalla fuga col corpo morsicato, 995 più tardi, premendo le mani tremanti sulle orride piaghe, con urla agghiaccianti invocavano Morte, finché spasimi feroci li privavano della vita, senza aiuto, ignari di cosa richiedessero le ferite.13 Ma un giorno solo non segnava la fine per molte migliaia 1000 di uomini in marcia sotto le insegne, né agitate distese marine schiantavano uomini e navi contro gli scogli;14 ma invano a vuoto inutilmente insorto il mare spesso imperversava e incostante deponeva le sue vane minacce, e l infida lusinga delle acque tranquille 1005 non poteva insidiare nessuno col sorriso delle onde. L arte insensata del navigare giaceva allora nel buio. Allora la penuria di cibo esponeva alla morte le membra sfinite, ora invece le sommerge l eccesso. Quelli spesso per ignoranza si versavano veleno da soli, 15 1010 ora, più scaltriti, loro stessi lo propinano . (trad. L. Canali) 11. Essendo del sole: la spiegazione offerta è di stampo razionalistico e fa appello ad alcuni elementi tipici del pensiero epicureo. In particolare, Lucrezio trasferisce all uomo preistorico gli stessi meccanismi psicologici che valgono nel presente: dall osservazione continuata e abituale di certi fenomeni si sviluppa naturalmente un senso di regolarità e certezza, e per questo i primitivi dovettero presto rendersi conto del regolare alternarsi di notte e giorno. 12. Né allora tomba viva: Lucrezio reagisce qui implicitamente alle concezioni idealizzanti della preistoria umana, all idea di una mitica età dell oro da cui l umanità si sarebbe per sempre allontanata. La ricostruzione lucreziana, invece, cerca di attenersi il più possibile a dati plausibili, sia positivi che negativi. Non esiste un progresso lineare, come non è esistita un età dell oro. 13. quelli salvati ferite: continua in questi versi la descrizione svalutativa della preistoria che è tipica di questa sezione del poema. 14. Ma un giorno scogli: l alba della vita sulla Terra non è stata certo un idillio felice, ma l idea di un incessante miglioramento che trova il suo culmine nell epoca moderna è altrettanto fallace. Guerra e navigazione sono considerate due attività funeste che mettono in luce i risvolti negativi della civilizzazione. Ancora una volta Lucrezio amalgama elementi di natura diversa; la condanna della navigazione era un tema caro al moralismo sia greco che latino, e non appartiene a uno speci co lone di pensiero: andar per mare era considerata l attività rischiosa per eccellenza. 15. Quelli : la contrapposizione tra passato e presente è anche di tipo etico, perché i primitivi erano lontani dalla crudeltà dei moderni. 519