LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI Nec ratio remedi communis certa dabatur; nam quod ali dederat vitalis a ris auras volvere in ore licere et caeli templa tueri, hoc aliis erat exitio letumque parabat. 1230 Illud in his rebus miserandum magnopere unum aerumnabile erat, quod ubi se quisque videbat implicitum morbo, morti damnatus ut esset, deficiens animo maesto cum corde iacebat, funera respectans animam amittebat ibidem. 1235 Quippe ete nim nullo cessabant tempore apisci ex aliis alios avidi contagia morbi, lanigeras tamquam pecudes et bucera saecla. Idque vel in primis cumulabat funere funus. Nam quicumque suos fugitabant visere ad aegros, 1240 vita i nimium cup dos mortisque timentis poenibat paulo post turpi morte mala que, desertos, opis expertis, incuria mactans. E non c era un rimedio comune sicuro; infatti ciò che ad uno aveva concesso di respirare i vitali soffi dell aria e guardare gli spazi del cielo, ad altri era letale e causava la morte. Una cosa in quei momenti destava gran pena e compassione: che ognuno, vedendosi imprigionato dal morbo, come fosse condannato a morte, avvilito, col cuore in lutto si lasciava andare, e proprio lì, aspettando il funerale, perdeva la vita. Il contagio dell avido morbo non smetteva infatti neppure un istante di invadere l uno dopo l altro come pecore lanose o stirpi bovine. Questo specialmente accumulava lutto su lutto. Quanti rifuggivano infatti dal visitare i parenti malati, troppo smaniosi di vita e impauriti dalla morte, con una brutta morte infame li puniva poco dopo l incuria, colpendoli soli e privi d aiuto. 1226-1229. Nec ratio parabat A questo punto Tucidide inseriva (Guerra del Peloponneso II, 51, 1-4) la descrizione dei sintomi della peste, perché, come dichiarava egli stesso, le generazioni future potessero comprenderne subito i sintomi e prendere precauzioni. Questo aspetto pratico rimane estraneo alla parabola morale lucreziana, che non accenna alla conclusione della peste. I versi seguenti si concentrano piuttosto sulle reazioni psicologiche dei malati. ali: forma contratta di alii. dederat: regge gli in niti licere (che 522 a sua volta regge volvere) e tueri. vitalis a ris auras: perifrasi poetica (lett. le vitali aure dell aere ). exitio: dativo di ne. 1230-1234. Illud ammittebat ibidem Lucrezio torna a insistere sulla disperazione dei malati. Come si è già accennato, l attenzione per i risvolti psicologici dell epidemia è in larga parte assente in Tucidide (vedi vv. 1182-1198 e v. 1208), ma costituisce una ragion d essere fondamentale per l inclusione del passo nel De rerum natura: gli Ateniesi reagivano in modo tanto sconvolto e irrazionale alla sciagura naturale che li colpiva perché non possedevano un adeguata comprensione loso ca della vita e della morte. damnatus: regge il dativo morti invece del più usuale ad + accusativo. 1235-1238. Quippe ete nim funus ex aliis alios: poliptoto*. cumulabat: cumulo regge l accusativo funus (ciò che si accumula) e l ablativo funere (ciò su cui si accumula). funere funus: poliptoto. 1239-1246. Nam quicumque subibat Mentre Tucidide parla solo di quanti morivano per mancanza di cure, il De rerum natura sottolinea anche i limiti della reazione dei malati, che erano in preda a un eccessiva paura della morte e a un attaccamento alla vita altrettanto eccessivo, e dimenticavano per questo i sacri vincoli dell amicizia. fugitabant: fug to è forma frequentativa di fugio ed esprime un azione ripetuta. visere: viso è un verbo della terza coniugazione; costruito con ad, ha esattamente il valore tecnico di far visita ai malati . cup dos timentis: (= timentes) sono complementi oggetto di poenibat. vita i: genitivo arcaico, deve essere unito a cup dos. poenibat paulo post: allitterazione* della p. La forma poenire è arcaica, ed è usata in latino classico al posto dell usuale punire quasi solo in poesia, o in passi di prosa che ricercano uno stile elevato. turpi morte mala que: ablativo strumentale; il soggetto è incuria. Quelli che si ri utavano di visitare i parenti colpiti dal morbo venivano puniti immediatamente con una morte infame e crudele . opis expertis: opis è genitivo di ops, opis, qui nel senso di aiuto . mactans: il verbo macto è usato soprattutto in riferimento ai sacri ci, e tale connotazione religiosa è coerente con la quasi-personi cazione della punizione nei