L autore Cicerone Domenico Ghirlandaio, Decio, Scipione e Cicerone, 1482. Firenze, Palazzo Vecchio. potere e della gloria terrena, e lo invita a non ricercare il potere personale ma piuttosto ad aspirare al premio eterno. All Emiliano viene anche profetizzata la morte violenta, che si inserisce nei tumulti e nelle faide familiari successivi alla riforma agraria di Tiberio Gracco. Il sogno narrato da Scipione, il principale portavoce del messaggio politico ciceroniano, è un processo di iniziazione, di acquisizione conoscitiva e di crescita morale. Il buon princeps è l unico a cui è concesso di fare questa esperienza e di raccontare un sogno che rivela il dovere dell azione politica e la giustezza dei propri convincimenti ideologici. La profezia dell Africano pone l opera non semplicemente tra gli scritti politici, ma la inserisce nel genere letterario profetico (tra quelli apocalittici e utopistici), che grande fortuna ebbe con l avvento del cristianesimo (si pensi ai libri profetici e apocalittici della Bibbia). Un modello reale di Stato Come osserva già Macrobio (Saturnalia I, 1), a differenza di Platone, che proponeva un modello ideale e utopistico di repubblica, Cicerone rintraccia il proprio modello di Stato nella realtà politica del tempo degli Scipioni, quando Roma, grazie all equilibrio delle forze interne, poté espandersi e rafforzarsi nel corso di tutto il II secolo a.C. Lo Stato ideale, dunque, non è un progetto da realizzare nel futuro, poiché è già stato realizzato nel passato: ciò consente a Cicerone di trovare e di indicare quegli uomini incorruttibili di cui l Urbs ormai è carente. in breve Secondo Cicerone, la forma migliore di res publica è quella realizzata a Roma all epoca degli Scipioni: è questo il modello da seguire in tempi di crisi e degrado. gr ce loqui Polibio e Cicerone Polibio di Megalopoli (in Arcadia) fu uno storico greco vissuto circa dal 206 al 124 a.C. (le date di nascita e morte non sono certe). Dopo la sconfitta di Pèrseo a Pidna (168 a.C., terza guerra macedonica) giunse a Roma tra gli ostaggi della lega achea (coloro, cioè, che si erano schierati dalla parte di Pèrseo nel conflitto contro i Romani) ed entrò in contatto con la classe dirigente romana, in particolare con la famiglia degli Scipioni: divenne infatti ospite e amico di Scipione Emiliano, che probabilmente seguì al tempo della distruzione di Cartagine (146 a.C.) e di Numànzia (133 a.C.), avvenimento dopo il quale fu incaricato di provvedere all assetto della Grecia come provincia romana. Polibio concepì il progetto di comporre la prima storia universale che narrasse come in cinquantré anni i Romani avevano sottomesso il mondo allora conosciuto (dal 220-219 a.C., inizio della seconda guerra punica, al 168-167 a.C., vittoria a Pidna; ma nei libri I e II vi è un preambolo sulla prima guerra punica, 264-241 a.C.). Degli originari quaranta libri delle sue Storie rimangono integri solo i primi cinque, mentre gli altri sono frammentari. L opera polibiana fu molto apprezzata nel mondo greco e in quello romano. Molti autori greci, quali per esempio Diodoro Siculo, Plutarco e Pausania, la considerarono una fonte molto attendibile. Cicerone definisce Polibio bonus auctor in primis («storico tra i più fededegni , De of ciis III, 113) e lo considera, insieme a Panezio, espertissimo di ordinamenti politici (De re publica I, 34). 555