PERCORSI TEMATICI merà colmare [ ] casse dello Stato vuotando le tasche dei singoli cittadini (Ilarità generale, applausi), di quel partito che proteggerà la Chiesa in quanto potere spirituale, e la infrenerà in quanto elemento di civili discordie (Approvazioni), di quel partito, insomma, che assicurerà nel modo più equo, per la via più diretta, nel tempo più breve, la prosperità, la grandezza, la forza della gran patria comune (Applausi generali). (Federico De Roberto, I Viceré, Garzanti, Milano 1959) Il brano è tratto da I Viceré (1894) di Federico De Roberto (1861-1927), un romanzo storico che racconta le vicende di una importante famiglia nobiliare siciliana, gli Uzeda, all indomani dell Unità d Italia. Qui si riporta una parte del discorso con cui il giovane Consalvo si candida alle elezioni nazionali, dopo essere stato sindaco del suo paese: diventerà deputato del Regno d'Italia. Dal testo è possibile evincere non solo l assenza di un vero e proprio programma politico serio, ma anche l intento di compiacere gli ascoltatori e di guadagnare consenso. Infatti l atteggiamento di Consalvo è espressione del familismo amorale dell intera famiglia Uzeda che, parafrasando il motto di Massimo d Azeglio, così sintetizza efficacemente il senso del suo impegno politico: «Ora che l Italia è fatta, dobbiamo fare gli affari nostri . FINO A TE Se Quintiliano sottolinea la centralità dell oratoria nella vita politica dei popoli dell antichità e porta esempi in cui autorevoli personaggi dell antica Roma sono riusciti a superare le difficoltà del momento storico ricorrendo a essa, De Roberto mette in luce, invece, l immoralità e la mancanza di un vero e proprio programma della classe politica a cui fu affidato il compito di risolvere i problemi nazionali dopo l Unità d Italia. Sulla base degli stimoli di riflessione offerti da queste letture, scegli un personaggio politico degli ultimi cinque anni e, dopo aver riflettuto sul suo programma e analizzato il testo di alcuni dei suoi discorsi ufficiali, esprimi un giudizio complessivo sulla sua attività, distinguendo la dimensione del dire da quella del fare , in relazione agli interventi realmente attuati nell interesse dei cittadini. T4 La necessità della retorica Agostino De doctrina Christiana IV, 3 Nel suo trattato in quattro libri sull «istruzione cristiana (De doctrina Christiana), sant Agostino (354-430 d.C.), uno dei massimi teologi cristiani di tutti i tempi, si interroga sull opportunità, per i «difensori della verità (cioè gli apologeti e in generale i seguaci e sostenitori del cristianesimo), di servirsi di uno strumento come la retorica, spesso usato per ni malvagi. La sua risposta è che la retorica è «moralmente neutra : proprio perché coloro che sostengono il falso (siano essi i pagani, gli eretici o semplicemente i malintenzionati) si servono abilmente degli strumenti messi a disposizione dalla retorica, a maggior ragione dovranno saperli padroneggiare coloro che difendono la verità. 5 688 D altra parte, dato che con la retorica si sostengono argomenti sia veri sia falsi, chi oserà dire che contro la menzogna i difensori della verità debbono essere del tutto disarmati? Perché mai quanti cercano di accreditare il falso sanno accattivarsi coi loro esordi l ascoltatore rendendolo attento e arrendevole, mentre invece costoro non lo sanno fare? Perché quelli sanno esporre il falso con brevità chiarezza verisimiglianza, mentre questi espongono il vero in modo che l ascoltatore s annoi, non riesca a capire e non resti convinto? Perché quelli riescono con argomenti ingannevoli a impugnare la verità e affermare la falsità, mentre questi non sono
T4 - La necessità della retorica (Agostino, De doctrina Christiana)