Il contesto storico La conquista del Mediterraneo in breve distruzione), nel 149 a.C. il Senato invia in Africa le proprie truppe dando il via alla terza guerra punica. Dopo una prima fase di stallo che porta a un lungo e difficile assedio, le truppe romane guidate da Publio Cornelio Scipione Emiliano (figlio del vincitore della battaglia di Pidna Lucio Emilio Paolo, ma adottato dalla gens degli Scipioni) riescono ad avere la meglio: nel 146 a.C., lo stesso anno della distruzione di Corinto (vedi sotto), Cartagine viene conquistata, i suoi abitanti sono massacrati o deportati e tutti gli edifici rasi al suolo. 2. Verso un nuovo ordine mediterraneo Il controllo delle rotte commerciali Con il crescere della sua potenza, la repubblica romana estende progressivamente la propria influenza politica su varie aree della penisola grazie a un processo di graduale espansione lungo le principali vie di comunicazione. Durante il III secolo a.C., Roma giunge così a controllare le principali rotte commerciali che collegano l Italia al resto del mondo mediterraneo, sia quelle attraverso il mar Tirreno (Mare Inferum) sia quelle nel mar Adriatico (Mare Superum). Mentre sul primo fronte deve confrontarsi con Cartagine, sul secondo deve affrontare in primo luogo le popolazioni galliche stanziate a nord degli Appennini, che vengono sconfitte dopo aspre battaglie, consentendo a Roma di acquisire il controllo di un territorio estremamente fertile in cui fondare nuove colonie. Inoltre, per salvaguardare i commerci con l Oriente, Roma interviene in Illiria per contrastare la regina Teuta e i pirati che infestano le acque dell Adriatico: una breve campagna, condotta fra il 229 e il 228 a.C., consolida l influenza romana sull altra sponda del Mare Superum. Ciò, tuttavia, rende inevitabile il confronto con il regno di Macedonia e con le pòleis ( città-Stato ) della Grecia. Sconfitta Cartagine, Le prime due guerre macedoniche Politicamente frammentata in città-Stato, la Grecia è controllata da leghe federali tra cui sussistono complicati intrecci di rapporti che coinvolgono i vari regni ellenistici. Inseritasi abilmente fra queste contese locali, Roma riesce a tessere una serie di alleanze, che le permette di estendere la sua influenza anche in questo nuovo scenario. Il suo intervento politico ha dunque un effetto dirompente all interno di questi delicati equilibri, e ciò è evidente nel 215 a.C. con la prima guerra macedonica. Per ben dieci anni il conflitto vede Roma opporsi al re Filippo V di Macedonia, che aveva tentato di approfittare della presenza di Annibale in Italia per espandere il proprio regno. La conclusione giunge nel 205 a.C. con la pace di Fenice, città situata nell attuale Albania meridionale. La vittoria contro il regno di Macedonia costituisce un importante dimostrazione di quali straordinarie risorse economiche e militari possieda Roma, capace di affrontare con successo sia Cartagine sia Filippo V. Un esibizione ancora più imponente della forza romana si ha qualche anno dopo, quando l Urbe interviene di nuovo contro il sovrano macedone per frenare le sue mire espansionistiche sulle città greche: la seconda guerra macedonica, combattuta fra il 200 e il 197 a.C., vede i Romani, guidati dal console Tito Quinzio Flaminino, porsi alla testa di una coalizione antimacedone comprendente tutte le leghe greche. Sbaragliate le falangi macedoni nella battaglia di Cinoscèfale (197 a.C.), in Tessaglia, Flaminino riesce a imporre al sovrano nemico una pace che prevede condizioni estremamente dure. L intervento, tuttavia, non porta a un controllo diretto di Roma sulla Grecia: nel 196 a.C. Flaminino, durante i giochi Istmici (un impor- Con le due guerre Roma accresce il suo dominio. Nel III secolo a.C. ottiene il controllo delle principali rotte commerciali del Mediterraneo. macedoniche Roma frena le mire espansionistiche di Filippo V di Macedonia, ma non assume il controllo diretto delle pòleis greche, dichiarate indipendenti nel 196 a.C. Filippo V di Macedonia effigiato su una moneta d argento. 69