L autore Cesare T18 Alle soglie del conflitto ITALIANO tratto da De bello civili I, 7, 1-7 Il 1° gennaio del 49 a.C. Cesare ha fatto pervenire ai consoli una lettera in cui si dichiara disposto ad abbandonare l imperium in Gallia a patto che Pompeo faccia lo stesso in Spagna. I tribuni ottengono a fatica che la missiva venga letta in Senato, senza tuttavia che sia discussa per l opposizione dei consoli favorevoli T1). La situazione precipita rapidamente: il Senato è costretto a proclamare lo stato di emera Pompeo ( genza, i tribuni della plebe fuggono da Roma e si rifugiano presso Cesare. Questi si trova a Ravenna con la XIII legione: ormai orientato a prendere le armi contro Pompeo, si rivolge ai soldati. 5 10 15 20 1. Ricevuta notizia di questi avvenimenti,1 Cesare tiene un discorso ai soldati. Ricorda le ingiustizie continuamente inflittegli dai nemici, si lamenta che, nell invidioso tentativo di oscurare la sua gloria, essi hanno traviato e corrotto Pompeo, mentr egli, Cesare, lo ha sempre favorito ed appoggiato nella sua ascesa politica. 2. Lamenta anche la novità introdotta nello Stato di condannare e schiacciare con le armi il diritto di veto dei tribuni, che negli anni precedenti era stato ristabilito senza armi.2 3. Silla aveva spogliato il potere tribunizio di tutti i suoi attributi, ma gli aveva tuttavia lasciato impregiudicato il diritto di veto; 4. Pompeo3 si faceva passare come colui che gli aveva restituito le prerogative perdute, mentre, in realtà, gli aveva tolto anche quelle che prima aveva. 5. Il decreto che ordinava ai magistrati di provvedere a che lo Stato non subisse alcun danno, quel senatoconsulto,4 cioè, che chiamava il popolo romano alle armi, era stato emanato ciascuna volta solo per combattere leggi pericolose o in caso di soprusi da parte dei tribuni,5 o di secessione del popolo, quando questo aveva occupato i templi e le alture; 6. e questi tentativi d un tempo Cesare mostra come furono espiati con la rovina di Saturnino e dei Gracchi. Ma di tutto ciò niente era allora accaduto, niente era stato neppure pensato: nessuna proposta di legge da discutere nei comizi, nessun tentativo di riunire il popolo, nessuna secessione. 7. Esorta infine i soldati: difendano dai nemici la fama e l onore di quel generale, sotto la cui guida per nove anni hanno con tanto successo combattuto nell interesse della repubblica, hanno vinto tante battaglie, hanno pacificato tutta la Gallia e la Germania. (trad. A. La Penna, con adattamenti) 1. questi avvenimenti: Cesare allude alle decisioni del Senato nella seduta del 7 gennaio. 2. che negli anni senza armi: tra l 82 e il 79 a.C. Silla aveva indebolito il potere dei tribuni della plebe, che era stato poi pienamente ripristinato da Pompeo e Crasso, consoli nel 70 a.C. 3. Silla... Pompeo: entrambi i nomi sono posti a inizio di frase nell ottica di sviluppare un parallelismo contrastivo tra i due personaggi, teso a porre in rilievo le differenze proprio attraverso l impiego di una stessa costruzione sintattica. 4. senatoconsulto: il senatus consultum era un parere espresso dal Senato su una questione che gli veniva sottoposta da un magistrato, in teoria di carattere consulti- vo, di fatto però vincolante per l operato del magistrato stesso. 5. soprusi da parte dei tribuni: in latino in vi tribunicia. Cesare allude a eventi ben presenti ai soldati: l occupazione del Campidoglio nel 133 a.C. da parte di Tiberio Gracco, dell Aventino nel 121 a.C. da parte di Gaio Gracco e del Campidoglio nel 100 a.C. da parte di Saturnino. 749