L autore Cesare BRANI CRITICI 1. Antonio La Penna Una narrazione di parte ma sostanzialmente corretta Nel corso del capitolo abbiamo più volte sottolineato come Cesare tenda a fornire, al di là del tono apparentemente oggettivo, una ben precisa immagine di sé stesso e dei propri avversari, anche a ni propagandistici (vedi anche le osservazioni dello storico Luca Fezzi nell analisi p. 752). Questo passo di Antonio La Penna controbilancia le interpretazioni che eccedono nell attribuire alla prosa cesariana una falsità di fondo: il critico mette in luce come, nella grande maggioranza dei casi, si tratti di una presentazione, certo, di parte, ma non di una misti cazione della realtà. 5 10 15 20 naturale che i commentarii di uomini politici offrissero solo in apparenza materiale grezzo: in realtà era materiale già interpretato. L atticismo1 di Cesare era uno stile particolarmente adatto a mascherare l interpretazione dell autore; ma sarebbe deformazione ingiusta sostenere che fosse scelto ed elaborato in quella funzione. Il suo stile non è, come si è detto spesso, lo stile del soldato: è troppo elegante per dare questa impressione; più che l immediatezza dell azione riflette la limpidezza della conoscenza, la scarnificazione analitica, la scarsezza di dubbi (in questo senso l opposto è la prosa di Tacito, che dal dubbio è così spesso tormentata).2 La lucidità intellettuale, unita a una riduzione del linguaggio valutativo, contribuisce molto a creare quel volto di impersonalità e di impassibilità che i commentarii di Cesare assumono. Che quel volto non garantisca l imparzialità è oggi generalmente ammesso, anche se la misura varia parecchio nelle interpretazioni. Una deformazione sistematica, penetrante nelle pieghe della sintassi,3 non mi sembra si possa ammettere. I procedimenti deformanti non consistono in falsificazioni notevoli; si tratta, piuttosto, di omissioni di fatti, di rapporti vaghi o non giusti tra i fatti, della luce in cui essi sono collocati, della giustificazione, talora esplicita, di alcuni insuccessi [ ]. Contro i nemici nella guerra civile usa l ironia della satira o la sobria argomentazione volta a dimostrare l arbitrio della loro condotta, mai l invettiva. Né il Bellum Gallicum è un esaltazione della conquista né il Bellum civile un messaggio rivoluzionario. Secondo una tradizione consolidata, le conquiste servono a proteggere lo stato romano e i suoi alleati contro pericoli insorti, come l emigrazione degli Elvezi o la penetrazione dei Germani o gli aiuti dei Britanni ai ribelli gallici; oltre che ai cittadini romani politicamente attivi, Cesare si rivolge all aristocrazia gallica per assicurarle la sua protezione contro i facinorosi tiranni o aspiranti alla tirannia. Nel 1. L atticismo: l atticismo era la corrente puristica che sosteneva la necessità di imitare la lingua usata nell età classica dai grandi prosatori attici; nell ambito di tale movimento si colloca anche la teoria analogista, cui aderiva lo stesso Cesare ( p. 700). 2. prosa di Tacito tormentata: il riferimento è allo storico Tacito (ca 55-120 d.C.), autore delle Historiae e degli Annales (oltre che dell Agricola e della Germania, che abbiamo avuto occasione di citare nel corso del capitolo, T5, T7, T9). La scrittura di Tacito, ricca nel lessico di arcaismi e poeticismi e caratterizzata nella sintassi dalla frequenza di ellissi e variazioni, è scandita anche dal ricorrere degli interrogativi sulle reali motivazioni dei diversi personaggi: anche da questo punto di vista, dunque, oltre che da quello dello stile in senso stretto, la sua prosa si colloca agli antipodi rispetto a quella cesariana. 3. Una deformazione sintassi: un esempio di questo tipo di lettura è nel saggio di Giovanni Pascucci Interpretazione linguistica e stilistica del Cesare autentico (in Aufstieg und Niedergang der r mischen Welt, I, 3, 1973, pp. 488-522), dove si sostiene la necessità di «scandagliare la prosa di Cesare «nelle sfumature, anfrattuosità, ambiguità di pensiero ch essa presenta, nei risvolti ideologici che la ispirano, insomma nel sottofondo di passione che af ora controllata per lo più in super cie [ ] per smentire, prima di tutto, il vecchio e diffuso pregiudizio scolastico che Cesare sia scrittore impassibile e riveli il suo distacco dall argomento col parlare di sé in terza persona (p. 489). 763