L autore Sallustio T7 Sempronia tratto da De Catilinae coniuratione 25 LATINO ITALIANO Alla congiura prendono parte anche alcune donne, che con la loro condotta spregiudicata suscitano la riprovazione di Sallustio: fra queste Sempronia, a cui lo storico dedica un vivido ritratto che non ha precedenti nella storiogra a tucididea, dove non compaiono quasi mai ritratti di gure femminili (nella Grecia arcaica e classica le donne non esercitavano, sostanzialmente, alcun ruolo nella vita pubblica). Sempronia è tutto sommato un personaggio secondario della congiura e il suo ritratto non è funzionale alla narrazione, ma serve all autore per tracciare il quadro di un ambiente sociale tanto raf nato quanto corrotto. Per certi aspetti il moralismo sallustiano si avvicina a quello catoniano ( p. 105), individuando nella cultura, nel culto della musica e della danza la radice della decadenza dei costumi. 5 1. Sed in iis erat Sempronia, quae multa saepe virilis audaciae facino ra conmiserat. 2. Haec mulier genere atque forma, praeterea viro atque liberis satis fortunata fuit; litteris Graecis et Latinis docta, psalle re et saltare elegantius quam necesse est probae, multa alia, quae instrumenta luxuriae sunt. 3. Sed ei cariora semper omnia quam decus atque pudicitia fuit; pecuniae an famae minus parce ret, haud facile discerneres; lubido sic accensa, ut saepius peteret viros quam peteretur. 1. C era tra esse Sempronia, che aveva spesso compiuto molti atti di virile audacia. 2. Donna che, per nascita, per bellezza, e inoltre per il marito e per i figli, era stata assai favorita dalla fortuna; colta in lettere greche e latine, suonava la cetra, danzava con movenze più sinuose di quanto si addica ad una donna virtuosa, e aveva molte altre attrattive invitanti al piacere. 3. A lei, però, nulla fu meno caro del ritegno e del pudore; non era facile distinguere se fosse più generosa di denaro o di reputazione; così accesa di libidine che cercava gli uomini più di quanto non ne fosse cercata. 1. Sed... conmiserat Sed: la congiunzione non ha valore avversativo, ma serve a segnalare la transizione a un altro argomento. virilis audaciae: genitivo di qualità riferito a facino ra. 2. Haec mulier sunt genere atque liberis: si tratta di ablativi di limitazione dipendenti da fortunata; Sallustio li dispone in doppia coppia, la prima riferita a qualità proprie della persona (genere atque forma), la seconda invece inerente ai beni acquisiti (viro atque liberis). docta: sottinteso erat; il predicato è costruito prima con gli ablativi di limitazione litteris Graecis et Latinis e poi, con una variatio*, con gli in niti psalle re e saltare: [era] istruita nelle lettere greche e latine, nel suonare la cetra (psalle re) e nel danzare (saltare) . quam necesse est: secondo termine di paragone dipendente dal comparativo avverbiale elegantius. multa alia sunt: lett. in molte altre cose che sono strumenti di dissolutezza ; il verbo è sempre docta [erat]; multa alia è accusativo di relazione. Luxuria è termine molto utilizzato da Sallustio, in genere per dare l idea di uno stile di vita senza limiti morali. 3. Sed... quam peteretur Sed: qui, come poi al paragrafo 4, la congiunzione è usata per delineare un ulteriore grado della descrizione. decus atque pudicitia: secondo termine di paragone introdotto da quam e dipendente dal comparativo cariora; lett. tutto le fu sempre più gradito del ritegno e del decoro . discerneres: non avresti potuto distinguere : congiuntivo potenziale, regge l interrogativa indiretta disgiuntiva pecuniae an famae minus parce ret. lubido: equivale a libido, soggetto della frase, con verbo erat sottinteso. ut peteret: proposizione consecutiva. Qui pete re vale andare a caccia di o desiderare , in senso erotico; nota il poliptoto* peteret peteretur. verbum de verbo / Luxuria / Il sostantivo luxuria (o luxuries) ha lo stesso etimo di luxus, che significa eccesso , sregolatezza ; indica originariamente ciò che eccede la misura comune, per poi passare a significare più specificamente lusso e anche vita dedita ai piaceri (un senso, quest ultimo, simile a quello che il sostantivo avrà nell italiano moderno). In genere, viene utilizzato per dare l idea di uno stile di vita senza limiti morali e per questo è spesso accoppiato al termine avaritia ( avidità ): «Così, per effetto delle ricchezze, lussuria, avidità e arroganza invasero l animo dei giovani (De Catilinae coniuratione 12, 2); «Nella città si genera il lusso, dal lusso è inevitabile che spunti l avidità, dall avidità che erompa la spavalderia, e da lì si generano tutti i crimini e le malefatte (Cicerone, Pro Sexto Roscio Amerino 75). 805