Repertorio metrico Tra le tante differenze che separano il latino dalle sue evoluzioni romanze, una delle più marcate è quella che concerne la natura dell accento. Le lingue moderne sono caratterizzate, nella maggioranza dei casi, da un tipo di accento che viene de nito intensivo (o dinamico, o espiratorio), poiché prevede che la sillaba accentata venga pronunciata con una maggiore intensità, ovvero con una maggiore emissione di aria. Il latino, invece, almeno in età letteraria, cioè a partire dal III secolo a.C., possedeva un accento di tipo melodico (anche detto musicale, o cromatico), per cui la sillaba accentata era pronunciata con una tonalità più elevata rispetto alle altre. Questo faceva sì che l aspetto predominante, nella percezione dei parlanti, fosse quello musicale. La posizione di questo accento musicale, all interno della parola, dipendeva dalla quantità delle sillabe, vale a dire dalla durata del tempo impiegato per pronunciarle. I Latini attribuivano infatti un valore ben preciso alla durata dei singoli fonemi, distinguendo tra fonemi lunghi e fonemi brevi, secondo un sistema oppositivo che poteva avere valenza anche semantica (come, per esempio, nel caso del presente ve nit e del perfetto ve nit). Il latino era dunque ciò che si suole de nire una lingua quantitativa, cioè una lingua che valuta la durata dei suoni, opponendo quantità lunghe a quantità brevi. La prosodia è la particolare branca della linguistica fonetica che si occupa, tra le altre cose, di studiare la quantità delle sillabe: una sillaba è lunga quando contiene una vocale lunga o quando, anche se contiene una vocale breve, è chiusa da una o più consonanti; invece, una sillaba è breve quando è aperta (cioè non è chiusa da consonanti nali) e contiene una vocale breve. Concordemente con la natura quantitativa della lingua, i versi latini erano formati da una precisa sequenza di elementi brevi e lunghi. La poesia latina, infatti, era cantata o recitata con un accompagnamento musicale, e queste sequenze ne costituivano, per così dire, la partitura ritmica. La metrica è la disciplina che si occupa di studiare i versi della poesia classica e i singoli elementi che li costituiscono. Ciascun verso segue uno schema ben preciso, ovvero un modello ideale pre ssato, che possa includere tutte le diverse possibilità di realizzazione concreta, nel rispetto delle aspettative che quel verso comporta negli ascoltatori. Gli schemi sono composti da unità minime, de nite elementi, e si distinguono l uno dall altro proprio per la diversa successione dei singoli elementi. Gli elementi da cui i diversi schemi possono essere formati sono i seguenti: elemento breve: è realizzato da una sola sillaba breve elemento lungo: può essere realizzato da una sillaba lunga oppure da due sillabe brevi x elemento anceps: può essere realizzato, indifferentemente, o da una sillaba breve o da una sillaba lunga o da due sillabe brevi elemento indifferens: può essere realizzato da una sola sillaba, che può essere, indifferentemente, breve o lunga Quando questi elementi si presentano in alcune determinate sequenze danno forma ai piedi, unità ritmiche fondamentali da cui sono composti i metri, che sono le unità costitutive dei versi. Dal momento che quasi tutti gli elementi offrono più di una possibilità di realizzazione, ne consegue che anche i piedi, e quindi i versi, possano presentare diverse possibilità di costruzione, in alcuni casi piuttosto numerose. Quello che si può ssare, in via teorica, è per l appunto soltanto lo schema astratto. I piedi più ricorrenti all interno della metrica latina sono i seguenti: x x x x dattilo (nel caso del dattilo, l elemento lungo può essere realizzato soltanto da una sillaba lunga) giambo (la realizzazione pura del giambo è costituita dalla sequenza di una sillaba breve e una sillaba lunga: ) trocheo (la realizzazione pura del trocheo è costituita dalla sequenza di una sillaba lunga e una sillaba breve: ) spondeo anapesto pirrichio molosso tribraco proceleusmatico cretico (la realizzazione pura del cretico è ) coriambo baccheo (la realizzazione pura del baccheo è ) La ripetizione di questi piedi in sequenze pre ssate dà forma alle varie tipologie di verso possibili. Queste ultime possono dunque essere classi cate proprio sulla base dei piedi. 848