SEZIONE A | RINASCITA E CRISI DELL EUROPA MEDIEVALE LA FONTE L alluvione di Firenze nel 1333 Nel novembre del 1333, a seguito di violentissime piogge, Firenze fu colpita da una disastrosa alluvione. Il racconto del cronista fiorentino Giovanni Villani (1276-1348) riporta le devastazioni causate dall esondazione dell Arno. Villani è attento nell indagare le cause materiali e le implicazioni economiche derivate dal disastro, non dimenticando le responsabilità umane nel contribuire ai gravi danni arrecati dall alluvione. Gli eventi sono visti dal popolo come una punizione divina. Negli anni di Cristo MCCCXXXIII, il dì di calen1 di novembre [ ] piacque a Dio, come disse per la bocca di Cristo nel suo Evangelio: Vigilate, che non sapete il dì né l ora del giudicio di Dio, il quale volle mandare sopra la nostra città; onde [ ] cominciò a piovere diversamente 2 in Firenze ed intorno al paese e nell Alpi e montagne, e così seguì al continuo quattro dì e quattro notti, crescendo la piova isformatamente e oltre a modo usato3, che pareano aperte le cataratte del cielo; [ ] onde tutta gente vivea in grande paura, sonando al continuo per la città tutte le campane delle chiese. [ ] Per la detta pioggia il fiume d Arno crebbe in tanta abbondanza d acqua, che prima onde si muove scendendo dell Alpi con grande rovina [ ] consumò ogni sementa fatta, abbattendo e divellendo gli alberi, e mettendosi innanzi e menandone ogni molino e gualchiere4 ch erano in Arno e ogni edificio e casa [ ] Per la [ ] quale cosa il giovedì a nona5 a dì 4 di novembre l Arno giunse sì grosso alla città di Firenze, ch egli coperse tutto il piano [ ]; e fu sì grande l empito dell acqua, non potendola lo spazio ove corre l Arno per la città ricevere, e per cagione di difetto di molte pescaie6 fatte infra la città per le molina onde l Arno per le dette pescaie era alzato oltre l antico letto di più di braccia7 sette. Croniche di Giovanni, Matteo e Fillippo Villani, secondo le migliori stampe e corredate di note filologiche e storiche, I, Lloyd Austriaco editore, Trieste 1857 La citazione dal Vangelo di Matteo dà subito un interpretazione in chiave religiosa dell evento. L Arno era (ed è tutt oggi) soggetto a piene, per cui chi viveva lungo il suo corso presagiva l imminente pericolo; non potendolo sfuggire, cercava conforto nella religione. Prima di arrivare in città, l ondata di piena travolge e spazza via ogni cosa sul suo cammino. In particolare vengono distrutti i macchinari installati sulle rive per sfruttare l energia idraulica, grazie ai quali Firenze era diventato un importantissimo centro manifatturiero. L opera dell uomo, che per i suoi scopi ha alzato e ristretto il letto del fiume, amplifica ulteriormente la forza dell acqua, rendendosi così involontariamente corresponsabile del disastro. 1 il dì di calen: nel calendario romano le calende erano il primo giorno del mese. 2 diversamente: in maniera straordinaria, eccessiva. 3 isformatamente usato: in modo difforme dal solito. 4 gualchiere: macchine idrauliche usate per la follatura della lana. 5 a nona: nel computo liturgico, l ora nona corrispondeva circa alle tre pomeridiane. 6 pescaie: sbarramenti costruiti lungo il fiume per facilitare la pesca, ma anche per deviare il corso indirizzandolo verso i mulini (molina) e le gualchiere. 7 braccia: unità di misura che a Firenze corrispondeva a circa 60 cm. INTERROGHIAMO LA FONTE 1 Per quali ragioni nella cronaca viene citato un passo del Vangelo? 2 L autore è attento a segnalare i danni subiti da oggetti e strumenti che avevano importanza per le attività economiche: per quali attività servivano? 3 In che modo l opera dell uomo ha contribuito al disastro? 150 77636R_0000E01_INTE_BAS@0150.pgs 15.09.2021 13:30