SEZIONE B | LA TRANSIZIONE ALLA MODERNIT ne regionale, capaci di imporsi sugli organismi collettivi e successivamente anche di avviare processi di unificazione di intere aree territoriali: nel Trevigiano, con Ezzelino da Romano; a Verona, con gli Scaligeri; a Padova, con i da Carrara; a Ferrara, con gli Estensi; a Milano, con i Visconti. Lo stemma dei Visconti con il famoso biscione (in realtà un serpente che ingoia un uomo). Vicario Chi esercita un potere o una funzione in rappresentanza di un autorità di grado superiore, facendone le veci (da cui il nome). Francesco del Cossa, Borso d Este dona una moneta al buffone di corte, 1470 ca. L affresco è parte delle decorazioni fatte eseguire da Borso d Este per celebrare l ottenimento del titolo di duca di Ferrara da parte del papa. L artista coglie l aspetto lieto e felice della vita di corte; il nome stesso del palazzo, Schifanoia, ne dichiara la natura di luogo dedicato allo svago e al divertimento. Nel corso del Trecento e del Quattrocento il fenomeno si sviluppò e si diffuse. La crescente debolezza e instabilità delle istituzioni comunali favorì infatti l intraprendenza di famiglie signorili che con la loro forza e la loro ricchezza riuscirono ad affermarsi. Inizialmente infatti i signori avevano ottenuto il comando della città impegnandosi a portarvi ordine, come arbitri tra le fazioni in lotta. Ma ben presto la tendenza fu quella di impadronirsi della carica ottenuta, che da temporanea fu prima acquisita a vita, quindi resa ereditaria. Tratto caratterizzante delle signorie fu l assunzione di un potere continuativo e forte, che ebbe per protagonista il patriziato urbano di origine aristocratica o borghese (> C7.4). Per legittimare il loro potere i signori si adoperarono, inizialmente, per ottenere il riconoscimento di un autorità superiore, l imperatore o il papa, conseguendo il titolo di vicario; successivamente si procurarono un titolo nobiliare con cui rendere formalmente definitivo il loro potere (> A ). Si venne così costituendo un potere certamente non paragonabile a quello accentrato delle monarchie francese e inglese, ma che con esse mostrava elementi di affinità: la concentrazione dei poteri nelle mani del principe, la creazione di un apparato burocratico più efficiente, la formazione di eserciti stabili, il controllo del sistema fiscale e l organizzazione di un corpo diplomatico. EVOLUZIONE E CONFIGURAZIONI DELLE SIGNORIE Il quadro politico italiano del Trecento evidenziava una particolare complessità perché alla molteplicità di Stati corrispondeva una varietà di ordinamenti e forme istituzionali. Per esempio, a Venezia si stava già sperimentando un sistema di potere oligarchico che non consentiva il ricambio politico se non all interno di un patriziato urbano ben circoscritto, in grado, per tale ragione, di offrire stabilità politica alla repubblica. Anche a Firenze, dopo i gravi conflitti che avevano scosso l ordinamento tradizionale, si configurò una signoria oligarchica che sancì il dominio dei ceti più ricchi, i magnati (> C7.2). Altri tipi di forme istituzionali si configurarono quasi sempre intorno al principio della personalizzazione del potere politico, per cui si possono definire signorie personali sia pure nella loro differenziazione territoriale: signorie che ruotavano intorno alla città più ricca e da lì si erano estese su altri centri vicini (il caso di Milano); signorie che facevano riferimento a un unica città (il caso di Mantova); signorie che aggregavano città e campagna senza un vero centro di riferimento (il caso del Monferrato e della Savoia, di stampo feudale). 254 77636R_0000E01_INTE_BAS@0254.pgs 15.09.2021 14:46