Le lotte per il predominio in italia | CAPITOLO 11 APPROFONDIAMO SCIENZA E TECNOLOGIA LE ARMI DA FUOCO: UN NUOVO MODO DI FAR GUERRA In Europa, un decisivo sviluppo nell arte bellica si ebbe verso la metà del Trecento con l introduzione delle armi da fuoco. Queste utilizzavano il potere esplosivo della polvere da sparo, inventata secoli prima in Cina e costituita da una miscela di salnitro, zolfo e carbone. I primi veri cannoni erano realizzati in metallo fuso (ferro o bronzo) e sparavano una palla, inizialmente in pietra poi in metallo. Per resistere alle esplosioni interne i cannoni dovevano essere grossi e quindi molto pesanti; per trasportarli venivano montati su strutture chiamate affusti, in legno e ferro. Sebbene lente da spostare, queste armi dovevano la loro forza al devastante impatto che i loro colpi provocavano ma anche alla paura che incutevano negli avversari. Il progresso tecnologico permise di migliorare rapidamente la quantità e la precisione dei tiri, mentre sul piano teorico venivano accuratamente studiate le traiettorie dei proiettili (anche Leonardo da Vinci vi si dedicò). I colpi potevano abbattere le tradizionali mura (scrisse Machiavelli: «l impeto delle artiglierie è tale che non truova muro, ancoraché grossissimo, che in pochi giorni ei non abbatta ), perciò le fortezze assunsero un tracciato murario dalla forma irregolare, per evitare l impatto frontale delle palle, e protetto da bastioni (o baluardi) rinforzati che si protendevano verso l esterno e ospitavano pezzi di artiglieria difensiva. Oltre a bombarde e cannoni si perfezionarono con il tempo armi da fuoco più maneggevoli, come l archibugio e il moschetto, dotando così le fanterie di mezzi in grado di abbattere le prime file dei nemici con facilità. Nello stesso periodo anche le navi da guerra si equipaggiarono con pezzi di artiglieria, in modo da poter colpire a distanza la flotta nemica. Leonardo da Vinci, studio di bombardamento di una fortezza, 1503 ca. La bombarda, antenata del mortaio, permetteva un tiro molto arcuato, in grado di scavalcare le mura e ricadere sul bersaglio. Le truppe di Carlo VIII entrano a Napoli nel 1495. Le scritte sopra i carri specificano le merci trasportate: sache (sacchi) de farina, palle de fierro, arteglieria. LE CONSEGUENZE DELLE NUOVE ARMI Lo sviluppo delle artiglierie ebbe importanti ripercussioni. In precedenza anche signori di un piccolo territorio o feudo potevano schierare o assoldare un proprio esercito, ma ora non era possibile restare sul mercato della guerra senza le risorse economiche per addestrare e mantenere i soldati, ottenere polveri, armi, munizioni e tutte le strumentazioni per produrli. Soltanto poche formazioni statali furono in condizione di sopportare tali costi grazie a un sistema fiscale sempre più organizzato e incisivo. Ciò significò per i piccoli Stati come quelli italiani andare incontro a una decisiva crisi militare e politica, mentre si affermavano come potenze sullo scenario continentale i nascenti Stati nazionali. Con la diffusione delle armi da fuoco la fortuna della cavalleria cominciò decisamente a declinare. Fu Ludovico Ariosto, autore di celebri poemi cavallereschi, a tessere nell Orlando Furioso la condanna di queste armi con un risentito senso di ripugnanza per la loro violenza, mista a nostalgia per un mondo che stava finendo: «Come trovasti, o scelerata e brutta / invenzion, mai loco in uman core? / Per te la militar gloria è distrutta, / per te il mestier de l arme è senza onore; / per te è il valore e la virt ridutta (XI, 26). 285 77636R_0000E01_INTE_BAS@0285.pgs 15.09.2021 14:50
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