L Europa alla scoperta del mondo | CAPITOLO 13 vole varietà e differenza dei territori sottomessi. Per tenere insieme lingue, etnie e tradizioni così diverse (arabe, greche, slave, ebraiche, armene e così via) il sultano dovette adottare un atteggiamento disponibile a rispettare le diverse entità nazionali. Più che una vera politica di tolleranza fu realizzato un compromesso, con cui si concedeva alle popolazioni di poter esprimere la propria fede, lingua e cultura in cambio del pagamento di tributi allo scopo di preservare uno stato di pacificazione. La struttura statale dell impero era incardinata sulla figura del sultano, dotato di un potere assoluto. Egli aveva la sua residenza nel palazzo di Topkapi, fatto costruire da Maometto II a Istanbul: una sorta di cittadella separata dal resto della città che sostituì la vecchia residenza imperiale bizantina. Il sultano era assistito dal gran visir, il primo ministro alle sue dirette dipendenze; a lui si affiancavano altri funzionari con compiti di governo che via via si diramavano fino a coprire, attraverso una rete di governatori, tutte le terre dell impero. La sicurezza del sultano era assicurata dai suoi migliori soldati, i giannizzeri (> C9.6). A livello religioso la massima autorità era il mufti supremo di Istanbul, da cui dipendevano le norme giuridiche, civili e religiose, fondate sulle leggi coraniche. La salvaguardia del carattere multireligioso dell impero consentiva comunque alle minoranze di far capo alle proprie autorità in materia di fede. Sotto il regno del successore, Selim I (1467-1520), l espansione ottomana riprese puntando soprattutto alle terre che dalla Siria scendono all Egitto. L impero ottomano nel Cinquecento Oceano Atlantico Lago d Arall M ar Ca sp io Mar Nero Ma r M editerra neo Golfo Persico Impero ottomano Con ste di Selim I (1512-20) Conquiste M ar Ro ss o Oceano Indiano L AFRICA MUSULMANA E L AFRICA NERA In Africa settentrionale l invasione araba aveva portato fin dal VII secolo alla formazione di un consistente nucleo islamico di origini berbere, come erano chiamate le popolazioni native del Marocco, dell Algeria, della Tunisia (allora denominata Ifriqiya) e dell Egitto. La nuova fede non cancellò tuttavia i culti animistici ben radicati nelle popolazioni locali, mentre furono soprattutto gli ambienti aristocratici a aderire all isla- 341 77636R_0000E01_INTE_BAS@0341.pgs 15.09.2021 13:49