SEZIONE C | NUOVI MONDI, NUOVE VISIONI DEL MONDO Indios colpiti dal vaiolo, una malattia altamente contagiosa che si manifesta con vesciche sulla pelle. Il vaiolo, che in Europa uccideva centinaia di migliaia di persone ogni anno, in America distrusse intere popolazioni, ripresentandosi poi per diversi secoli. L immagine è tratta dalla Historia universal de las cosas de la Nueva Espa a, scritta dal missionario spagnolo Bernardino de Sahag n intorno al 1569 in spagnolo e nahuatl (lingua parlata dagli aztechi). La pubblicazione di quest opera fu vietata dalla corona di Spagna fino al 1829. del Vecchio continente, oppure vedevano i nativi solo come una fonte di ricchezza da sfruttare a ogni costo; gli indios invece apparvero meravigliati e impauriti dalla potenza manifestata dai nuovi arrivati e si convinsero di essere ormai prossimi alla fine del mondo, concezione alimentata anche da convinzioni religiose di tipo catastrofista. Per tale motivo spesso si lasciarono andare allo sconforto, rinunciando anche, in molti casi, a combattere. Addirittura, persa ogni speranza di un futuro di fronte al cataclisma provocato dagli europei, alcune popolazioni amerindie rinunciarono a procreare, contribuendo esse stesse al drammatico spopolamento che caratterizzò l America nel Cinquecento. IL CROLLO DEMOGRAFICO DEGLI INDIOS La questione del devastante crollo demografico che subirono le popolazioni amerindie merita una particolare attenzione. Per quanto sia difficile dare una misura esatta del fenomeno, alcuni demografi hanno tentato di misurarne l entità analizzando fonti spagnole di natura fiscale e amministrativa e incrociandole con documenti precolombiani: hanno così calcolato che, per esempio, nel Messico centrale la popolazione passò da circa 25 milioni nel 1519 a 6 milioni nel 1548, fino a toccare il punto più basso agli inizi del nuovo secolo, quando si ridusse a un solo milione di abitanti. Con il loro arrivo i conquistadores portarono oltre alla violenza e al sopruso anche malattie completamente sconosciute in America, a cui le difese immunitarie dei nativi non erano abituate: vaiolo, tifo, morbillo e febbri influenzali superarono facilmente le difese organiche degli indios. Non c è dubbio che la conquista dell Impero azteco da parte di Cortés fu enormemente facilitata dall epidemia di vaiolo che devastò la capitale Tenochtitl n; altrettanto avvenne nei confronti dei popoli inca e caraibici. Le epidemie si ripeterono lungo tutto il secolo, tutte di grande virulenza: si trattò di una vera e propria strage, una sorta di distruzione biologica. Almeno altri due fattori vanno considerati tra le cause del crollo demografico. Lo sfruttamento della manodopera locale per la ricerca dei metalli preziosi, realizzato con crudele fermezza dai conquistadores, ebbe come esito la debilitazione fisica di milioni di persone, sottoposte a fatiche estenuanti al punto di morire di sfinimento; in secondo luogo, anche se con un impatto decisamente minore, i frequenti conflitti tra spagnoli e indios produssero un numero significativo di morti grazie alle armi da fuoco, mentre gli indios non conoscevano neanche l uso del ferro e disponevano di strumenti primitivi come asce, lance, fionde, giavellotti. Il fattore epidemiologico fu comunque di gran lunga il più rilevante, come ha sostenuto Jared Diamond, uno degli studiosi più attenti a cogliere l insieme delle cause che incisero sulle popolazioni di indios. Anche gli europei contrassero virus e agenti patogeni fino a quel momento ignoti, ma meno letali rispetto a quelli che avevano portato in America. Il solo vero morbo di una certa rilevanza fu la sifilide, una malattia venerea che arrivò in Europa probabilmente trasportata dalle navi di Colombo; diffusa ampiamente per diversi secoli in Europa, fu conosciuta in Italia con il nome di mal francese . 372 77636R_0000E01_INTE_BAS@0372.pgs 15.09.2021 15:40