L Europa delle monarchie feudali e l Oriente | CAPITOLO 3 Alla morte di Gengis Khan l impero fu diviso in khanati, la cui caratteristica fu di rappresentare tante etnie e popoli pur sotto un entità politica unica. I mongoli, infatti, si mostrarono disponibili a convivere con le numerose varietà culturali e religiose dei popoli sottomessi. RICAPITOLANDO 1 Quali furono i maggiori esponenti della cultura araba e di che cosa si occuparono? 2 Quali erano i tratti distintivi del popolo mongolo? 3 Che cosa si intende per pax mongolica? LA PAX MONGOLICA I successori di Gengis Khan allargarono ulteriormente l area del loro dominio attraverso la sottomissione di Mosca e Kiev in Russia e ponendo fine al Califfato di Baghdad nel 1258. Con Kublai Khan (1215-94) fu completata la conquista della Cina. A lui si deve la cosiddetta pax mongolica, cioè un periodo di sostanziale pace all interno dell impero che favorì gli scambi commerciali fra Oriente e Occidente lungo la via della seta. In quegli stessi anni trovarono ospitalità nella Cina di Kublai numerosi mercanti europei, tra cui il veneziano Marco Polo, e anche missionari francescani. APPROFONDIAMO PERSONAGGI MARCO POLO Intorno al 1271, a 17 anni, Marco Polo (1254- 1324) partì da Venezia per andare in Cina con il padre e lo zio, entrambi mercanti. La sua fama è dovuta alla sua permanenza, circa 25 anni, in Oriente; ma soprattutto al fatto che ha lasciato, in un libro noto come Il Milione o anche Il libro delle meraviglie del mondo, il primo completo resoconto dell Oriente che contribuì a far conoscere Asia ed Europa. Non sappiamo quanti furono, in passato, a fare esperienze simili a quelle dei Polo, ma lo stesso Marco racconta di mercanti europei incontrati lungo la strada, per cui si deve pensare che i Polo non furono i soli e nemmeno i primi. Il viaggio dei tre veneziani, che portavano anche un messaggio del papa all imperatore mongolo Kublai Khan, fu molto lungo, più di tre anni, e faticoso. Il Milione racconta che Kublai ebbe molta simpatia per il giovane veneziano e che lo prese come collaboratore, affidandogli incarichi ufficiali in molte parti dell impero, per controllare l amministrazione. Marco ebbe perciò la possibilità di viaggiare a lungo per l impero come alto funzionario imperiale, spesso con compiti delicati. Tornò a Venezia nel 1295, a quarant anni circa. IL MILIONE Catturato in una delle tante battaglie tra Venezia e Genova, durante la prigionia Marco decise di scrivere il resoconto dei suoi viaggi, che sarebbe stato molto utile ai mercanti. Lo dettò al suo compagno di cella, un letterato pisano, Rustichello. Scritto in francese e subito tradotto, Il Milione ebbe un grandissimo successo e il manoscritto circolò per tutta Europa in un enorme numero di copie. Il palazzo del Gran Khan a Khanbaliq (odierna Pechino), in una miniatura quattrocentesca del Milione. Quelle di Marco sono le notizie pratiche di un mercante che si è trasformato in funzionario. Ma vi sono anche informazioni che provocarono nei lettori del tempo un senso di incredulità. Per esempio si racconta di eserciti di centinaia di migliaia di soldati e di città con milioni di abitanti: cose che per l Europa di allora sembravano inverosimili, ma che per la Cina erano possibili. Ancora, si spiega l uso come moneta di qualcosa di simile alle banconote, mentre in Europa sembrava ridicolo che qualcuno accettasse di farsi pagare con pezzi di carta. Marco Polo fu spesso poco creduto perché il suo libro parlava di una civiltà molto evoluta e ben organizzata, di un governo efficace, di una tecnologia sviluppata; ma tutto questo agli europei sembrava impossibile perché non ritenevano che ci potessero essere altri popoli capaci di comportarsi in maniera così civile. Approfondisci gtvp.it/21storia01-12 91 77636R_0000E01_INTE_BAS@0091.pgs 15.09.2021 14:00