Rivoluzione e Restaurazione tra Europa e Americhe | CAPITOLO 11 LA FONTE Il massacro di Scio Uno degli episodi più cruenti della Guerra d indipendenza greca fu la feroce rappresaglia condotta dall esercito ottomano sull isola di Chio (o Scio) nel 1822, quando circa ventimila persone furono trucidate e i pochi superstiti resi schiavi. L episodio fece enorme clamore presso l opinione pubblica colta dell Europa occidentale, già apertamente schierata dalla parte degli indipendentisti greci. Tra i più colpiti vi fu il pittore francese Eugène Delacroix, che volle realizzare un opera con la quale denunciare l orrore appena accaduto. Terminato nel 1824, Il massacro di Scio è un dipinto che inizialmente venne stroncato dalla critica, ma è stato p poi riconosciuto come uno dei capolavori di Delacroix. Il dipinto è privo di una figura centrale, di un immagine singola che attiri su di sé l attenzione dell osservatore, e ciò fu certamente voluto: i protagonisti sono i prigionieri, alcuni allo stremo delle forze, altri morti, come la donna in basso a destra, al cui seno cerca di attaccarsi il figlioletto. I prigionieri sono investiti dalla luce, mentre i turchi rimangono nella penombra. Lo sfondo e il cielo sono scuri e poco definiti, tutta l attenzione è sui prigionieri, vittime della crudeltà della guerra. L unica figura dinamica è quella del turco a cavallo, sulla destra, che tiene legata per le mani una donna completamente nuda. Eugène Delacroix, Il massacro di Scio, 1824. I prigionieri sono moribondi come l uomo steso in terra, al centro, con una visibile ferita sul costato o aspettano semplicemente di essere deportati, senza opporre alcuna resistenza. INTERROGHIAMO LA FONTE 1 In che modo Delacroix rappresenta la sofferenza dei prigionieri? 2 Per quale motivo il dipinto è privo di una figura centrale? 269