SEZIONE C | L ET DELLE RIVOLUZIONI Il principale obiettivo delle forze democratiche era quello di ottenere la riforma elettorale, raggiungendo il suffragio universale maschile: tutti gli uomini in età adulta, indipendentemente dal reddito e dalla condizione sociale, avrebbero avuto diritto al voto. Minoritari in Parlamento, i democratici portarono avanti la loro propaganda a favore della riforma elettorale attraverso la cosiddetta campagna dei banchetti , e cioè tramite riunioni svolte in forma privata, in modo tale da aggirare i divieti governativi. Proprio la proibizione di un banchetto, previsto per il 22 febbraio 1848, costituì la miccia dalla quale esplose la crisi rivoluzionaria. L insurrezione a Parigi tra il 22 e il 24 febbraio 1848. Migliaia di persone si riversarono per le strade innalzando barricate. Jules Michelet Jules Michelet (1798-1874) è stato uno dei più grandi storici francesi ed europei del XIX secolo. Di idee liberali, fu autore di molte opere, fra cui una Storia di Francia in 19 volumi e una Storia della rivoluzione francese in 7 volumi. L INSURREZIONE DI FEBBRAIO A scendere in piazza a Parigi, nel febbraio 1848, fu una folla assai eterogenea. Non vi erano solo i gruppi politici di opposizione al governo e una vasta rappresentanza della piccola borghesia in cerca di rappresentanza politica, ma anche soggetti nuovi, come gli operai, preoccupati per la crisi occupazionale e per i livelli salariali, e gli studenti, centinaia dei quali protestarono per la soppressione dei corsi dello storico antiassolutista e anticlericale Jules Michelet. La Guardia Nazionale, il corpo volontario di cittadini armati istituito nel 1789 e poi ricreato nel 1830, era già stata utilizzata negli anni precedenti per reprimere agitazioni o sommosse operaie, e anche nel febbraio 1848 fu inviata a disperdere la protesta. Ma in questa occasione, anziché difendere un governo largamente impopolare, la Guardia Nazionale si schierò al fianco dei dimostranti. Il successivo intervento dell esercito incendiò ancor di più la situazione: per tutta Parigi si alzarono le barricate e seguirono due giorni di scontri violenti, con oltre trecentocinquanta morti. Per calmare la situazione, Luigi Filippo provò la mossa della rimozione del primo ministro Fran ois Guizot, che assieme al sovrano aveva represso ogni accenno di contestazione nei mesi precedenti, diventando bersaglio polemico dei dimostranti. La sostituzione di Guizot con il più liberale Louis-Mathieu Molé non fu sufficiente però per placare gli animi. Il 24 febbraio 1848 Luigi Filippo abbandonò Parigi. La sera stessa si insediò un governo provvisorio, in cui figuravano tutti i capi dell opposizione democratico-repubblicana, su tutti l avvocato parigino Alexandre Ledru-Rollin e il poeta Alphonse de Lamartine. L elemento di novità era costituito invece dalla presenza, nel governo provvisorio, di un socialista (> C15.4), Louis Blanc, e di un operaio, Alexandre Martin, detto Albert : era la prima volta che due PAROLE DALLA STORIA Barricata Il termine barricata deriva dal francese barrique, che indica il barile dove si conserva e trasporta il vino. La parola venne usata per la prima volta nel 1588, quando i parigini si ribellarono al re durante le guerre di religione e utilizzarono barili per bloccare le strade, impedendo ai soldati di accorrere a reprimere la rivolta. In seguito le barricate furono fatte con carri rovesciati, mobilio, sacchi riempiti di terra e i materiali più disparati accatastati agli incroci e nelle vie più strette. Le barricate avevano una funzione pratica, in quanto permettevano di resistere alle cariche dei soldati, ma con la Rivoluzione francese e i moti dell Ottocento diventarono anche un simbolo della rivolta popolare contro la forza dell esercito organizzato. 286