Il Quarantotto | CAPITOLO 12 Magiari Sinonimo di ungheresi. Il territorio dell attuale Ungheria venne conquistato, nel IX secolo, da sette tribù del popolo ungaro, la più importante delle quali era proprio quella dei magiari. UNGHERESI E SLAVI IN RIVOLTA La rivolta in Ungheria fu quella più difficile da domare per l impero. Le promesse formulate da Vienna di concedere ai magiari una Costituzione e un proprio Parlamento non accontentarono l ala più radicale dei ribelli, guidata da Lajos Kossuth (> A ). Furono così creati un governo nazionale, chiaro segnale della volontà di ottenere la piena indipendenza dall impero, un nuovo Parlamento, eletto a suffragio universale, e un esercito nazionale. Per guadagnarsi l appoggio dei contadini, il nuovo governo decretò la fine dei rapporti feudali nelle campagne. Allo stesso tempo, pure a Praga era stato formato un governo provvisorio, anche se i ribelli cechi, di orientamento più liberale e meno radicale rispetto a quelli ungheresi, non chiedevano l indipendenza, bensì una più ampia autonomia per tutte le popolazioni slave che abitavano nei territori dell impero. APPROFONDIAMO PERSONAGGI LAJOS KOSSUTH Nato nel piccolo centro di Monok, nel 1802, da una famiglia appartenente alla piccola nobiltà ungherese, Lajos Kossuth era un avvocato di fede luterana, che tuttavia sin da giovane aveva mostrato una predilezione per la politica e per i grandi temi sui quali si divideva l Europa del XIX secolo. Fondatore e direttore di un giornale presto incappato nelle reti della censura e poi chiuso, fu anche membro m della Dieta (parlamento) nazionale ungherese. h Già noto per le sue tesi liberali, Kossuth venne arrestato nel 1837, e durante la prigionia ebbe modo di rafforzare la propria preparazione in ambito politico e linguistico, per esempio imparando l inglese. La sua reclusione sarebbe senz altro durata di più se non fosse stato per un ampia campagna d opinione orchestrata dai suoi amici e alleati, ancora più ampia dopo la riapertura della Dieta nel 1839. Ottenuta l amnistia nel 1840, Kossuth riprese la sua attività di giornalista dirigendo, dal 1841 al 1844, un giornale di ispirazione liberale, il Pesti H rlap (il Giornale di Pest). Dalle pagine del giornale, non si limitò più a chiedere l abolizione della servitù della gleba e la tassazione sulla nobiltà, ma anche l indipendenza ungherese dall Austria: le tematiche liberali finirono così schiacciate dalla retorica nazionalista, causando il licenziamento di Kossuth. Riconoscendone le qualità, il cancelliere Metternich gli offrì un incarico governativo, che egli tuttavia preferì non accettare, continuando negli anni successivi la propria attività politica e rimanendo fedele ai propri ideali. Eletto come deputato di Pest nel 1847, fu in quella sede il trascinatore delle forze che spinsero per la rottura con Vienna e per la richiesta dell indipendenza. Accusato da alcuni compagni di lotta di eccessivo protagonismo e di volersi ergere a capo della nazione, fu costretto all esilio dopo la sconfitta della rivoluzione, prima in Turchia (dove rimase in carrivoluzione cere fino al 1851), poi in America, in Francia e in Italia. Negli anni successivi mantenne contatti con molti esponenti dei movimenti indipendentistici europei, specie italiani e polacchi, cercando di dare attuazione a vari progetti per intervenire in Ungheria: per esempio, la creazione di una confederazione danubiano-balcanica, per unire tutti i popoli che si affacciavano sul Danubio contro l Austria, oppure una serie di sbarchi e relative insurrezioni da effettuare in Dalmazia e Croazia, puntando verso Budapest. Stabilitosi a Torino, vi morì nel 1894. Considerato un eroe nazionale ungherese, a Kossuth sono state dedicate in tutta l Ungheria non solo statue, ma anche piazze, strade, università, scuole, ponti, associazioni e organizzazioni di vario tipo. Il suo volto è a lungo comparso sulla banconota da 100 fiorini ungheresi e nella moneta d argento da 5 fiorini. Nei confronti dell imperatore d Austria Francesco Giuseppe, che represse la rivoluzione ungherese, Kossuth si prese una rivincita postuma: dopo la Seconda guerra mondiale, la statua del sovrano nella Piazza degli Eroi, a Budapest, venne sostituita proprio dalla statua del patriota magiaro. 291