SEZIONE C | L ET DELLE RIVOLUZIONI 5 QUANDO 1837 La regina Vittoria sale sul trono TI RICORDI? Durante il biennio 1818-19, la prevalenza del partito conservatore dei tories condusse a politiche volte a limitare i diritti di associazione e di manifestazione, soprattutto riguardo al mondo operaio. La regina Vittoria, salita al trono nel 1837, a soli 18 anni, divenne presto il simbolo vivente della forza e dell austerità del dominio inglese. Il suo regno è durato fino al 1901. 296 L EUROPA SENZA RIVOLTE GRAN BRETAGNA: I PROBLEMI INTERNI Mentre gran parte dell Europa continentale viveva un intensa e travagliata stagione di rivoluzioni, la Gran Bretagna rimase fuori dal clima del Quarantotto, rimanendo comunque un modello da imitare per l opinione pubblica liberale europea. Nel 1837 salì al trono la regina Vittoria (1819-1901), il cui lungo regno, che sarebbe durato fino al 1901 (la cosiddetta età vittoriana), coincise con la fase più acuta sia dell espansionismo e dell imperialismo britannici, sia di quei problemi di natura socio-politica generati principalmente dal processo di industrializzazione (> C7.4). Dal punto di vista della politica interna, gli anni Trenta e Quaranta dell Ottocento furono anni carichi di tensioni, in particolare nel mondo del lavoro, con la lotta delle Trade Unions, le organizzazioni sindacali, per ottenere la riduzione dell orario di lavoro, la fine dello sfruttamento minorile nelle fabbriche e un più generale miglioramento delle condizioni di lavoro. Tali obiettivi furono solo in parte raggiunti, così come parziali furono anche alcune riforme, come quella dell assistenza pubblica (1834), che da un lato fissava sussidi da destinare ai poveri, dall altro limitava al massimo tali interventi, consentendo un unica forma di assistenza: il ricovero coatto nelle case di lavoro (workhouses). Fece discutere anche la riforma elettorale (1832), accusata di aver esteso in maniera troppo limitata il diritto di voto (da 500 000 a 750 000 aventi diritto) e sempre in base a un criterio censitario che favoriva la sola borghesia imprenditoriale e commerciale. In contrapposizione a tale riforma nacque un movimento, il cartismo, che prendeva il nome dalla Carta del popolo, il documento che ne sintetizzava gli obiettivi: suffragio universale maschile, garanzie sulla segretezza del voto, nessun obbligo di proprietà per potersi candidare, mandato parlamentare di durata annuale, indennità per i deputati, revisione delle circoscrizioni elettorali per ottenere un rapporto più equo tra elettori ed eletti. Il movimento cartista, attivo per oltre un decennio, esercitò pressioni ma in definitiva ottenne scarsi risultati e confluì, negli anni Quaranta, nel movimento operaio britannico.