SEZIONE D | IL SECOLO DELLA BORGHESIA E L ET DELL IMPERIALISMO Giuseppe Sciuti, Giuseppe Garibaldi in piazza Pretoria a Palermo nel giugno 1860, XIX secolo. Le vittorie garibaldine sorpresero l opinione pubblica europea, generando stupore e, spesso, simpatia. Stupito anche lui dalla rapidità della campagna siciliana, Cavour tentò di agevolare la conquista, favorendo l afflusso di armi e volontari in Sicilia, e allo stesso tempo di sfruttare l impresa dei Mille a suo vantaggio, spingendo per un annessione dell isola al Regno di Sardegna. Nel frattempo Garibaldi, che pure era contrario a questa ipotesi, dovette fare i conti con crescenti malumori in Sicilia, specialmente da parte dei contadini, protagonisti di una serie di violente agitazioni il cui fine era la ridistribuzione della proprietà terriera. Garibaldi aveva già riconosciuto terreni demaniali ai contadini che avevano Garibaldini e sabaudi nell Italia meridionale (1860) combattuto assieme ai Mille, ma non era disposto a inimicarsi proprietari terrieri e borghesia locale. Questa tensione, unita all ostilità verso la coscrizione obbligatoria introdotta da Garibaldi per formare un esercito capace di invadere il resto del Regno delle Due Sicilie, fu all origine di duri episodi di repressione: il più famoso avvenne ai primi di agosto, a Bronte, Ancona Mar ai piedi dell Etna, dove Nino Bixio, braccio deLigure &DVWHO GDUGR stro militare di Garibaldi, ordinò la fucilazione di alcuni ribelli (> A ). Mare Adriatico Macerone Fiume Garigliano Gaeta Fiume Volturno Mar Tirreno Battaglie principali Itinerario di Garibaldi (maggio-agosto) Ulteriori volontari a sostegno di Garibaldi Spedizioni piemontesi (giugno-agosto) Itinerario di Garibaldi (agosto-ottobre) Spedizione piemontese (settembre-ottobre) Marina britannica Marina borbonica Mar Ionio Palermo Carta INTERATTIVA 356 L INTERVENTO PIEMONTESE Il 20 agosto Garibaldi sbarcò in Calabria, anche grazie alla neutralità della flotta inglese. In brevissimo tempo, l esercito invasore risalì la penisola fino a Napoli, incontrando pochissima opposizione. Le truppe borboniche non poterono far molto neppure per difendere la capitale: il 6 settembre Francesco II si rifugiò nella fortezza di Gaeta e il giorno dopo Garibaldi entrò trionfalmente a Napoli. Intanto a Torino, Cavour osservava con una certa preoccupazione lo svolgersi degli eventi. La fama e il prestigio crescenti di Garibaldi ri-