La Seconda rivoluzione industriale e la società di massa | CAPITOLO 19 1 I Krupp erano una famiglia di industriali che sviluppò un impresa facendone il centro di un vastissimo gruppo di interessi. A fine Ottocento gli operai dipendenti erano più di 40 000. Holding Società finanziaria che detiene la maggioranza delle azioni e il controllo di un gruppo di imprese. La Tour Eiffel in costruzione. Simbolo della nuova architettura di fine Ottocento, fu inaugurata per l apertura dell Esposizione Universale del 1889 nel centenario della Rivoluzione francese. UNA NUOVA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE LE DIFFERENZE CON LA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Dopo le innovazioni nella produzione e nella lavorazione in alcuni settori economici registrate nell Inghilterra di fine Settecento, all origine della Prima rivoluzione industriale (> C7), una nuova ondata di grandi cambiamenti interessò l Occidente nella seconda metà del XIX secolo. La cosiddetta Seconda rivoluzione industriale si distinse dalla prima per una serie di elementi. In primo luogo, determinò una trasformazione nelle gerarchie industriali ed economiche internazionali, con la Gran Bretagna che perse il suo primato, perlomeno in alcuni settori, a vantaggio di Stati Uniti e Germania. In secondo luogo, ebbe conseguenze meno radicali sul lungo periodo, ma conobbe una diffusione molto più capillare, cambiando la vita a milioni di persone in diversi luoghi geografici e fasce sociali. Infine non vide tra i suoi protagonisti coraggiosi imprenditori e geniali dilettanti, spesso privi di una solida preparazione teorica, come era stato nell Inghilterra della Prima rivoluzione industriale, bensì ingegneri, fisici, chimici e biologi che, in nome di un rapporto sempre più stretto tra industria e scienza, diventarono famosi per le grandi imprese che fondarono: si pensi allo statunitense Edison, allo scozzese Dunlop, o ai tedeschi Siemens e Bayer. I CAMBIAMENTI DEL CAPITALISMO INTERNA ZIONALE Dal punto di vista del quadro economico più generale, l Occidente conobbe un importante crisi di sovrapproduzione (> C15.3) nel 1873, all origine di un calo dei prezzi che avrebbe contraddistinto i successivi due decenni. Come sempre, non tutti i paesi reagirono allo stesso modo, e se per alcuni, come Germania e Stati Uniti, la crisi fu solo passeggera, per altri, invece, gli effetti furono più duraturi. In nessun paese, comunque, vi furono cadute negli indici della produzione industriale, né si abbassò il tenore di vita delle popolazioni urbane: è per questo che si parla non di una vera e propria recessione, bensì di un rallentamento dei ritmi di crescita globale. Per far fronte a tale decelerazione e alla crisi dei prezzi, il sistema economico internazionale dovette comunque prendere provvedimenti. Le piccole aziende ebbero sempre più difficoltà a rimenere competitive sul mercato, costrette al fallimento o, molto spesso, a lasciarsi inglobare all interno di holding, consorzi e trust. Oltre alle concentrazioni orizzontali, che riunivano imprese operanti nel medesimo settore produttivo, si moltiplicarono le concentrazioni verticali, che coinvolgevano imprese focalizzate sulle diverse fasi della lavorazione di un prodotto: si pensi al grande complesso industriale tedesco Krupp, che riuniva aziende del settore estrattivo, siderurgico e meccanico, o a gruppi che divennero autentici monopolisti nel loro settore, come per esempio la Standard Oil di John Rockefeller nel settore petrolifero. Tali cambiamenti ebbero almeno tre importanti conseguenze: il rapporto sempre più stretto tra industrie e banche (il cosiddetto capitalismo finanziario), con i grandi imprenditori che sempre più spesso figuravano nei consigli d amministrazione dei principali gruppi bancari, che a loro volta finanziavano il sistema industriale; 475