Il dopoguerra in Italia e l avvento del fascismo | CAPITOLO 6 Fotografia che evoca la marcia su Roma; da sinistra è possibile riconoscere i componenti del quadrumvirato fascista accanto a Mussolini: Italo Balbo, Emilio De Bono, Benito Mussolini, Cesare De Vecchi e Michele Bianchi. La foto è successiva alla marcia su Roma, poiché Mussolini si trovava a Milano. QUANDO 27-28 ottobre 1922 Marcia su Roma Vittorio Emanuele III stringe la mano a Mussolini, il giorno in cui il re affidò l incarico di governo al leader fascista. sta violenta del potere, dirigendosi verso Roma. Provenienti da tutte le zone del paese, nella notte tra il 27 e il 28 ottobre 1922, varie colonne di fascisti confluirono verso la capitale e si disposero nelle zone limitrofe: la marcia su Roma fu una sorta di piano insurrezionale che coinvolse circa 20 000 fascisti armati. Alla loro guida c era un quadrumvirato composto da Emilio De Bono, Michele Bianchi, Cesare De Vecchi e Italo Balbo, personaggi del partito e dello squadrismo, vicinissimi a Mussolini. Solo a questo punto Facta intervenne per chiedere al re Vittorio Emanuele III di firmare il decreto di stato d assedio che consentisse l intervento dell esercito, la cui forza avrebbe sicuramente disperso le milizie fasciste. Ma il re rifiutò di firmare il decreto e il governo Facta si dimise. Sulla scelta di Vittorio Emanuele III sono state fatte varie letture: certamente aveva influito il timore di una possibile guerra civile, ma la più logica interpretazione è che, se avesse colpito il movimento fascista, si sarebbe profilato il rischio di veder tornare in auge le forze rivoluzionarie della sinistra che avevano impaurito così tanto il mondo conservatore. E il re era uomo di convinzioni assolutamente conservatrici. Inoltre, questa decisione di Vittorio Emanuele III diede a Mussolini un ulteriore prova di come le stesse istituzioni fossero in quel momento incapaci di trovare soluzioni alternative. LA PRESA DEL POTERE Il 29 ottobre Vittorio Emanuele III convocò Mussolini a Roma e gli conferì l incarico di formare un nuovo governo. Mussolini si era ritirato in quelle ore a Milano, in attesa degli eventi. Quello che avrebbe dovuto essere un colpo di Stato, si risolse con procedure di apparente rispetto delle formalità istituzionali: fu il più alto organo dello Stato a concedere il potere nelle mani del fascismo. Sarà solo la prima di tante complicità della monarchia sabauda con il regime fascista. La mattina del 30 ottobre Mussolini giunse a Roma, mentre le camicie nere entravano tranquillamente in città; la sera di quello stesso giorno la lista dei ministri era già 173