DAI FATTI ALLA STORIA D I ratti in trincea I militari erano spesso costretti a una convivenza forzata con animali e insetti che infestavano i campi di battaglia e le trincee, come testimoniano queste fotografie scattate tra le linee tedesche. Nell immagine D1 un gruppo di soldati posa insieme ai cadaveri dei topi uccisi in seguito alla derattizzazione della loro trincea; nell immagine D2 alcuni militari sono intenti a rimuovere pidocchi, pulci e altri parassiti dai loro vestiti. D1 D2 Cartolina del 1914 che riporta la scritta: Il bottino quotidiano di una caccia al topo che i nostri soldati devono spesso intraprendere nella trincea . Fotografia scattata nella regione francese dei Vosges, 1914. E Non potevamo scrivere la verità Le lettere rappresentavano per i soldati forse l unico momento di contatto con gli affetti più cari. In questa missiva un soldato scrive a sua madre ed esprime in un italiano stentato il suo grande senso di stanchezza del conflitto, affermando come sia stato difficile dire la verità sulla terribile situazione nella quale erano costretti gli uomini al fronte, visto che le lettere venivano controllate. Da Zona di guerra A Cinquefrondi (Reggio Calabria) 16/3/1916 Cara madre, vifò sapere oggi appunto sono partito delli trincee e siamo arriposo e di tutto quello cheio vidicevo era una bugia perché non potevamo scrivere che lileggevano è sicche mandavamo addire qualche cosa lipigliavano1 [ ]. Qui mangiamo una volta al giorno la mattina alle cinqui è facciamo pezzi di camine di nottate2 è li gambe milipossono tagliare che non lisento [ ] sicche siamo cristiane opuro nemali feroce scosate cheio parlo di questa maniera perché ciò raggione. da G. Procacci, Soldati e prigionieri italiani nella Grande guerra, Bollati Boringhieri, Torino 2000 1 non potevamo ... lipigliavano: se veniva intercettata una lettera di un soldato che si lamentava della sua condizione, questi rischiava addirittura di essere punito. 2 pezzi di camine di nottate: spesso le marce di spostamento avvenivano di notte. 188