Indizi di una guerra annunciata | CAPITOLO 1 1 L arte a cavallo dell Ottocento e del Novecento esprimeva perfettamente l effervescenza e i contrasti dell epoca, come dimostra questo dipinto del futurista Umberto Boccioni Rissa in galleria (La baruffa) del 1910 (Milano, Pinacoteca di Brera). Disegno satirico che rappresenta le tensioni percepibili nell Europa del 1912: le caricature delle potenze europee si accalcano attorno a un cannone in cui la raffigurazione della pace sta per essere sparata via come un proiettile. L AVVIO DEL NUOVO SECOLO UN MONDO RICCO DI CONTRASTI L avvento della società di massa aveva aperto le porte, all inizio del Novecento, a un secolo ricco di aspettative sotto ogni punto di vista. Si prospettava, infatti, una visione della vita che incrinava i tradizionali modi di pensare, grazie anche al contributo di sorprendenti novità tecnologiche che si affermavano mentre si assisteva al boom della società dei consumi, così come al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie. Sembrava stesse prendendo vita una trasformazione epocale, come mai si era vista sul pianeta. La Belle poque, come fu definito il periodo fra il 1870 e il 1914, fu un epoca di modernizzazione in diversi ambiti (economico, culturale, urbanistico, industriale, scientifico), durante la quale si configurarono nuove prospettive, che mettevano in discussione le precedenti certezze. La spinta verso la democratizzazione della società, tratto caratterizzante del nuovo corso politico in Europa e in altre aree del mondo, portò all evoluzione di aggregazioni di massa come i sindacati e i partiti, organizzazioni che davano spazio di rappresentanza ai nuovi protagonisti della società che si stavano affermando o con le loro lotte (il proletariato, le donne, i giovani), o grazie al loro status (la borghesia nelle sue varie dimensioni, dal ceto impiegatizio ai professionisti e agli imprenditori). Su questi aspetti dinamici, improntati a una convinta idea di progresso, incombevano tuttavia alcune ombre, che all epoca emersero solo parzialmente come elementi critici. Un ruolo decisivo assunse l idea di nazione, rivisitata ora in una concezione competitiva in base all idea del primato di una nazione sull altra ed espressa in forme di patriottismo violento, caratterizzato da tendenze aggressive fra Stati, su cui si costituirono i colonialismi e gli imperialismi di fine Ottocento. Un contributo non secondario in questa direzione provenne da alcune correnti culturali che interpretarono come esaltazione della forza la teoria del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche del superuomo , inteso come soggetto in grado di superare la limitatezza di un umanità ormai decadente, per indirizzarla verso un futuro di potenza e creare nuovi valori. Da questo intreccio di idee e atteggiamenti politici fu semplice il passaggio verso espressioni di razzismo e xenofobia, incoraggiate anche da forme pseudoscientifiche razziali, sostanziate da un antico ma vigoroso antisemitismo, che si ravvivò in gran parte d Europa. Cominciarono a diffondersi forme di radicalizzazione dei conflitti ideologici, accompagnati da operazioni militari caratterizzate sempre più spesso da massacri collettivi, mentre fecero la loro apparizione i primi campi di concentramento per i civili. In nome della mitologia della patria, i giovani diventarono gli attori politici principali di questo nuovo clima. Con il coinvolgimento e la complicità delle masse si configurarono panorami politici autoritari, che proponevano nello stesso tempo fughe in avanti e nostalgie di un passato ormai perduto, fra innovazione e tradizione. Questo scenario, costituito da tessere di un mosaico che man mano si sarebbe composto, rappresenta una sorta di filo conduttore per comprendere meglio la storia della prima metà del XX secolo: annunciava attraverso numerosi indizi l avvicinarsi di gravi conflitti. 19