Il regime fascista in Italia | CAPITOLO 8 1 QUANDO 1925-26 Approvazione delle leggi fascistissime LA COSTRUZIONE DELLO STATO TOTALITARIO LE LEGGI FASCISTISSIME Nel biennio 1925-26 Mussolini portò fino in fondo e completò la demolizione degli ultimi princìpi liberali ancora esistenti nella struttura dello Stato attuando una serie di norme, note con il nome di leggi fascistissime (> F , pag. 228). Con queste leggi egli stravolse l ordinamento giuridico italiano dando al nuovo governo fascista una forma istituzionale di tipo dittatoriale. La legge del 24 dicembre 1925 stabiliva che il presidente del Consiglio diventava capo del governo primo ministro segretario di Stato ed era responsabile dei suoi atti esclusivamente davanti al re, senza aver l obbligo di renderne conto ai ministri e al parlamento. I ministri erano responsabili davanti al re e al capo del governo. Nessuna legge poteva essere discussa dalle Camere senza il consenso del capo del governo. Il governo, inoltre, prendeva su di sé tutta la legislazione relativa all amministrazione dello Stato, sottraendola al parlamento. Il rafforzamento delle funzioni del governo distrusse uno dei pilastri della concezione liberale dello Stato, vale a dire la separazione dei poteri. LA DIARCHIA TRA MUSSOLINI E IL RE In sostanza, con questi provvedimenti, la figura del capo del governo diventava il perno attorno al quale si muoveva l intera vita istituzionale dello Stato. Il desiderio di Mussolini di giungere a una completa dittatura personale incontrò nella presenza del re l unico vero intralcio a questo suo progetto. La norma stessa che prevedeva il re come unica figura in grado di revocare l incarico al capo del governo, lasciava uno spazio istituzionale che impediva a Mussolini di realizzare le sue pretese assolutistiche. Tuttavia, nel corso dei venti lunghi anni di convivenza, i due uomini politici non entrarono mai in urto. Per indicare questa compresenza e coesistenza di due soggetti istituzionali ai vertici dello Stato, si è usato il termine di diarchia. Benito Mussolini, il duce, e il re Vittorio Emanuele III. Mussolini affacciato dal balcone di Palazzo Venezia. TI RICORDI? Lo Statuto albertino fu la Costituzione promulgata da re Carlo Alberto di Savoia nel Regno di Sardegna nel 1848. Dal 1861 era la legge di riferimento del Regno d Italia. LA RIORGANIZZAZIONE DELL ORDINAMENTO STATALE Le successive mosse legislative di Mussolini presero di mira le amministrazioni comunali, dove più evidente era la presenza delle opposizioni che avevano già dovuto sopportare numerose aggressioni da parte degli squadristi. La legge del 26 febbraio 1926 modificò completamente la tradizione elettiva delle autonomie locali: abolì le elezioni amministrative e istituì la figura del podestà al posto del sindaco, con nomina diretta da parte del re, su proposta del capo del governo. A gestire la vita amministrativa a livello provinciale venne confermato il prefetto, i cui poteri erano ora notevolmente accresciuti. Al prefetto erano subordinate anche le figure locali del Partito fascista, tra cui il segretario federale. Questo tratto rappresentò un elemento specifico del regime fascista, nel senso che si contraddistinse per il primato dello Stato sul partito, al contrario di quanto accadde nel sistema nazista. L opera di riorganizzazione dell ordinamento statale era ormai avviata. Lo Statuto albertino, la Carta costituzionale dell Italia unita, non fu formalmente abrogato, ma di fatto superato da questi provvedimenti che ne falsificarono lo spirito. Tuttavia, queste leggi non erano ancora sufficienti a dare compiuta dimensione totalitaria al regime. 225