SEZIONE B | TOTALITARISMI E CRISI DELLE DEMOCRAZIE stinare alle città industriali, favorendo un serio processo di industrializzazione; contemporaneamente sostenne le esportazioni all estero di prodotti agricoli per trarre risorse finanziarie e tecnologiche da destinare all attività industriale del paese che, a dieci anni dalla rivoluzione, non era ancora decollata. Poster in cui il pugno dello Stato scaccia un kulako, rappresentato come un signore grasso che si può permettere di a ¤¬a e a , £ a d ¬ lavoro dei poveri braccianti russi. Manifesto che pubblicizza la costituzione delle fattorie c e ¬ e, ¬ c ¬ d e c ad¬ ¬ invitano la popolazione a entrare a farne parte. QUANDO 1930-33 Rivolte contadine 258 LA GUERRA AI KULAKI Un ostacolo a questo piano economico fu individuato da Stalin nel ceto dei kulaki, i contadini proprietari, che si erano mostrati già in passato restii alle requisizioni forzate. Questi, messi di fronte alla politica di confisca di derrate attuata dal governo, si opposero agli espropri. A questo punto Stalin lanciò una violenta offensiva contro di loro, accusandoli di essersi arricchiti negli anni della Nep, grazie allo sfruttamento di braccianti mal retribuiti nei loro campi. Additati come parassiti da una accanita propaganda, ritenuti causa principale dei mali del paese e avversari del socialismo , a partire dal 1930 i kulaki subirono violenze, confische di case, saccheggi, fino alla loro deportazione ed eliminazione. Nacque in questo contesto il sistema dei campi di lavoro forzato presso cui furono trasferite le famiglie di kulaki e contadini che si opponevano alle requisizioni. I campi si trovavano in sperdute zone della Siberia, dove nell arco di alcuni anni si accumularono deportati costretti a vivere in condizioni terrificanti, vessati dal freddo, dalla fame e dalle malattie che colpirono in primo luogo i bambini. Fu l inizio del sistema dei gulag, dove milioni di persone troveranno la morte nel corso degli anni. IL PRIMO PIANO QUINQUENNALE Stalin si servì dello strumento del piano quinquennale (1928-32) per pianificare completamente l economia sovietica, dando allo Stato il totale potere di stabilire modi e tempi dei processi produttivi. Il piano quinquennale, il primo di una lunga serie, fissava gli obiettivi da raggiungere nel lasso di tempo previsto. Una volta riunificate le aziende contadine espropriate ai kulaki, il piano di collettivizzazione delle terre voluto da Stalin prevedeva la loro sistemazione in fattorie collettive di tipo cooperativo (kolchoz), con la possibilità di tenere una piccola parte di terreno per i bisogni individuali, e in aziende agricole statali (sovchoz): dalle une e dalle altre si effettuava un prelievo, stabilito dallo Stato, al prezzo che esso stesso determinava. A sostegno di tutta l operazione nacquero le Stazioni di macchine e trattori (Mts), con il compito di assistere la meccanizzazione delle campagne, fornendo alle aziende i macchinari necessari. Era così avviato il processo che avrebbe portato nell arco di un decennio alla totale collettivizzazione delle terre russe. LA RESISTENZA DEI CONTADINI La maggioranza dei contadini, tuttavia, non accettò questa imposizione, come è dimostrato dai numerosi tentativi di sabotaggio degli ordini o dalle frequenti rivolte e insurrezioni avutesi fra il 1930 e il 1933. In quegli anni l Urss si trovò di fronte a una nuova guerra civile, che contrappose gli organi e la burocrazia statali alle masse rurali. Dopo varie forme