SEZIONE A | L ESORDIO DEL NOVECENTO: GUERRE E RIVOLUZIONI QUANDO 1910 Nascita della Confederazione italiana dell industria 1912 Suffragio universale maschile in Italia Il primo congresso delle donne italiane, nella copertina illustrata da Achille Beltrame della Domenica del Corriere del 3 maggio 1908. Tasso di sviluppo Valore che indica la crescita dell economia in un periodo di tempo definito. Approfondisci VIDEO Ellis Island: 125 anni fa il primo sbarco 26 Parallelamente si formò un organo unitario in rappresentanza degli imprenditori, la Confederazione italiana dell industria, nata nel 1910 per difendere gli interessi padronali di fronte alle organizzazioni dei lavoratori. Per dare sostanza alla sua linea politica e, nello stesso tempo, per tentare di ampliare le basi sociali dello Stato liberale, Giolitti nel 1912 introdusse il suffragio universale maschile, avvicinando l Italia agli altri paesi europei. Restavano ancora fuori dal voto le donne, che in quegli anni rafforzarono la loro presenza nella società inserendosi nel lavoro di fabbrica e di ufficio. Nel 1908 si tenne il primo congresso delle donne italiane che si andavano organizzando in strutture associative, attraverso cui portare avanti battaglie per il riconoscimento dei diritti civili o rivendicazioni per il lavoro e per il suffragio. I LIMITI DELLO SVILUPPO La realtà complessiva della società italiana restava tuttavia ancora ben lontana da un miglioramento generalizzato tale da coinvolgere la gran parte della popolazione. La prima evidente contraddizione consisteva, come abbiamo detto, nel dualismo tra Nord e Sud del paese. Al Nord si investì per la costituzione di un forte polo produttivo, collocato saldamente nel triangolo industriale fra Torino, Milano e Genova, che non trovò nessun corrispettivo simile nel Sud della penisola. Anche le forme di piccola impresa, esistenti in zone della Toscana, dell Emilia e dell Umbria non ebbero equivalenti nel Mezzogiorno. Il Sud era ben lontano dai tassi di sviluppo che si stavano verificando nel Nord dell Italia. Solo qualche settore nella produzione agricola, in particolare quello dei cereali e degli agrumi, aveva avuto significativi miglioramenti; le estreme regioni meridionali restavano ancorate ai più antiquati metodi di coltura, con la prevalenza di latifondi e l assenza di investimenti. I lavori di bonifica e la costruzione di strade e ferrovie non garantivano ancora efficienti collegamenti. L unica eccezione alla prevalenza, nel Meridione, di un economia incentrata sull agricoltura fu l area di Napoli, per la quale fu approvata una legge speciale nel 1904 che servì a predisporre e organizzare insediamenti industriali. Si trattò di un provvedimento che rientrava nel filone dell intervento pubblico per favorire lo sviluppo del Sud, ma restò sostanzialmente isolato. L EMIGRAZIONE ITALIANA E IL SUD Nonostante gli sforzi, la condizione economica generale delle famiglie non migliorò. In tante regioni italiane, al Nord e al Sud, furono in molti a intraprendere la via dell emigrazione, già avviata sin dal finire dell Ottocento soprattutto nelle aree del Centro-Nord. I migranti sceglievano come mete prevalenti i paesi dell America del Sud (Argentina e Brasile) e del Nord (Stati Uniti): furono circa 10 milioni coloro che abbandonarono la propria terra nei vent anni che precedettero la Grande guerra, aggiungendosi agli altri milioni che erano partiti sin dall unificazione del paese. Si trattò di una delle pagine più drammatiche della storia sociale italiana, fatta di sradicamenti, di abbandoni e di fratture familiari. Sulle navi che solcavano