SEZIONE B | TOTALITARISMI E CRISI DELLE DEMOCRAZIE = %.&gY . & D +. = DJD r.J= D~ A capo del movimento di protesta indiano si pose un avvocato che aveva studiato in Inghilterra, Mohandas Karamchand Gandhi (1869-1948). Dopo aver esercitato la professione in sudafrica e aver assistito alle discriminazioni razziali attuate dai bianchi in quei territori, Gandhi pervenne all elaborazione di una teoria, accompagnata da una strategia di lotta, che aveva il suo punto di forza nella disobbedienza civile e nella non-violenza come metodo di lotta politica. Tale dottrina etica, detta satyagraha ( forza della verità ), era una riflessione sul problema del male nell esistenza umana. Gandhi si proponeva, in linea con la religione indù, la liberazione dell anima da ogni forma di servitù. Provò, dunque, ad applicare questo principio spirituale di fondo anche alle vicende storiche. Mohandas Karamchand Gandhi in una foto del 1915. LA DISOBBEDIENZA CIVILE Il soggetto che praticava la non-violenza doveva agire, secondo Gandhi, attuando la disobbedienza civile, o resistenza civile, ovvero non rispettando le leggi ritenute ingiuste in quanto generatrici del male. C era, pertanto, una precisa volontà di disobbedire alle leggi per costringere l oppressore a rivedere le proprie decisioni. Queste convinzioni gandhiane cominciarono ben presto a circolare nella società indiana. Quando l esercito britannico provocò la strage di Amritsar, Gandhi si dichiarò pronto a prendere in mano la guida del movimento nazionalista e trasformò il Congresso nazionale da piccolo organismo ossequiente verso il dominio dell oppressore, in un forte partito di massa. Ormai l obiettivo esplicito era il raggiungimento dell indipendenza. Quando nel biennio 1921-22 Gandhi lanciò la campagna di disobbedienza civile, la risposta fu immediata: il principio di non collaborare con i colonizzatori britannici produsse l abbandono delle strutture amministrative da parte di numerosi indiani; gli impiegati si rifiutarono di compiere le loro consuete mansioni; le strutture giudiziarie e le stesse scuole si fermarono; le merci di origine inglese furono boicottate. Addirittura il leader del Congresso nazionale propose agli indiani di recuperare antichi metodi di produzione, come nel caso della filatura e tessitura domestica del cotone, per contrastare e danneggiare l industria tessile della Gran Bretagna. Gandhi divenne quindi una figura di riferimento nella lotta contro lo sfruttamento, passando alla storia con l appellativo di Mahatma, grande anima . La lotta politica dell India aveva ormai in lui un autentico leader e per questo motivo il governo britannico tentò di fermarlo, imprigionandolo tra il 1922 e il 1924. PAROLE DALLA STORIA Boicottaggio Il termine deriva dal nome di un capitano e imprenditore inglese, Charles Cun ¬ ¤©a c ( . b¬ a a £ a e e a e a e ¬ b acc¬a ¬ ¬ a de ¬ c©e lavoravano le terre da lui amministrate, subì la protesta della popolazione che decise di non la a e ¬ e ¬. =a e a ca ¤ a ¬ e d¬ e ec ¬c©e e¬ e e ¬ ¤e ¬ ¬ da c . Il boicottaggio indica, dunque, una protesta non violenta, che tuttavia determina forti svantaggi per il produttore, sia esso un imprenditore o uno Stato. 268
4 L’INDIA BRITANNICA E GANDHI