SEZIONE B | TOTALITARISMI E CRISI DELLE DEMOCRAZIE LA FONTE Lettere dalla Resistenza Queste due lettere mostrano come la Resistenza sia stata affrontata da soggetti di estrazione sociale, educazione e orientamento politico differenti. Da entrambe apprendiamo come gli autori abbiano saputo portare nella lotta contro il nazifascismo il proprio bagaglio di affetti, di studi, di volontà. Ad accomunarle sono la convinta adesione a valori umani e civili che le dittature fasciste avevano tentato di distruggere. Nella prima lettera, il giovane antifascista Giaime Pintor scrive al fratello Luigi ed esplicita con lucido rigore la necessità di assumersi le sue responsabilità nell impegno nella Resistenza e lottare per valori come la libertà e la democrazia. L autore fa emergere l importanza per lui, intellettuale raffinato, di sporcarsi le mani , invocando per tutti gli intellettuali la capacità di trasferire la loro esperienza sul terreno dell interesse comune. Pur dichiarando il proprio apprezzamento per i pregi della vita civile, egli è perfettamente consapevole che la guerra ha costretto gli uomini a prendere atto dei pericoli che minacciano ogni vita individuale, e che non c è possibilità di salvezza nella neutralità e nell isolamento . Pintor morì a 24 anni dilaniato da una mina. Napoli, 28 novembre 1943 Carissimo, parto in questi giorni per un impresa di esito incerto: raggiungere gruppi di rifugiati nei dintorni di Roma, portare loro le armi e istruzioni. Ti lascio questa lettera per salutarti nel caso che non dovessi tornare e per spiegarti lo stato d animo in cui affronto questa missione. [ ] Qui [a Napoli] mi è stato facile fra gli amici politici e i reduci dalla emigrazione trovare un ambiente congeniale e ho contribuito a costituire un Centro Italiano di Propaganda che potrebbe avere una funzione utile e che mi ha riportato provvisoriamente alle mie attività normali e a un ritmo di vita pacifico. Ma in tutto questo periodo è rimasta in sospeso la necessità di partecipare, [ ] la prospettiva che la miseria in cui vive la maggior parte degli italiani debba ancora peggiorare hanno reso più urgente la decisione. [ ] In realtà la guerra, ultima fase del fascismo trionfante, ha agito su di noi più profondamente di quanto risulti a prima vista. La guerra ha distolto gli uomini dalle loro abitudini, li ha costretti a prendere atto con le mani e con gli occhi dei pericoli che minacciano i presupposti di ogni vita individuale, li ha persuasi che non c è possibilità di salvezza nella neutralità e nell isolamento. [ ] Senza la guerra io sarei rimasto un intellettuale con interessi prevalentemente letterari [ ]. Soltanto la guerra ha risolto la situazione travolgendo certi ostacoli, sgombrando il terreno da molti comodi ripari e mettendomi brutalmente a contatto con un mondo inconciliabile. [ ] A un certo momento gli intellettuali devono essere capaci di trasferire la loro esperienza sul terreno dell utilità comune. [ ] Questo vale soprattutto per l Italia. Gli italiani sono un popolo fiacco, profondamente corrotto dalla sua storia recente, sempre sul punto di cedere a una viltà o a una debolezza. Ma essi continuano a esprimere minoranze rivoluzionarie di prim ordine: filosofi e operai che sono all avanguardia d Europa. [ ] Oggi sono riaperte agli italiani tutte le possibilità del Risorgimento: nessun gesto è inutile purché non sia fine a se stesso. Quanto a me, ti assicuro che l idea di andare a fare il partigiano in questa stagione mi diverte pochissimo; non ho mai apprezzato come ora i pregi della vita civile e ho coscienza di essere un ottimo traduttore e un buon diplomatico, ma secondo ogni probabilità un mediocre partigiano. Tuttavia è l unica possibilità aperta e l accolgo. Se non dovessi tornare non mostratevi inconsolabili. G. Pintor, Il sangue d Europa, Einaudi, Torino 1965 350