SEZIONE A | L ESORDIO DEL NOVECENTO: GUERRE E RIVOLUZIONI LA FONTE Lettera di papa Benedetto XV ai capi dei popoli belligeranti In questa nota inviata ai governi dei paesi in guerra, papa Benedetto XV richiama la loro attenzione in favore della pace, espressa fin dall inizio del suo pontificato, nel 1914. Egli si pone nelle vesti di un padre comune che non fa distinzioni tra i suoi figli. Il suo appello è proposto in nome della sua funzione di capo della Chiesa e della legge universale della carità . Fino dagli inizi del Nostro Pontificato [ ] Noi ci proponemmo: una perfetta imparzialità verso tutti i belligeranti, quale si conviene a chi è Padre comune e tutti ama con pari affetto i suoi figli [ ] senza distinzione di nazionalità o di religione, come Ci detta e la legge universale della carità e il supremo ufficio spirituale a Noi affidato da Cristo. [ ] Ma per non contenerci sulle generali, come le circostanze ci suggerirono in passato, vogliamo ora discendere a proposte più concrete e pratiche ed invitare i Governi dei popoli belligeranti ad accordarsi sopra i seguenti punti. [ ] E primieramente, il punto fondamentale deve essere che sottentri alla forza materiale delle armi la forza morale del diritto. Quindi un giusto accordo di tutti nella diminuzione simultanea e reciproca degli armamenti secondo norme e garanzie da stabilire, nella misura necessaria e sufficiente al mantenimento dell ordine pubblico nei singoli Stati; e, in sostituzione delle armi, l istituto dell arbitrato con la sua alta funzione pacificatrice. [ ] Quanto ai danni e spese di guerra, non scorgiamo altro scampo che nella norma generale di una intera e reciproca condonazione, giustificata del resto dai benefici immensi del disarmo [ ]. Ma questi accordi pacifici, con gli immensi vantaggi che ne derivano, non sono possibili senza la reciproca restituzione dei territori attualmente occupati. [ ] Per ciò che riguarda le questioni territoriali, [ ] giova sperare che, di fronte ai vantaggi immensi di una pace duratura con disarmo, le Parti contendenti vorranno esaminarle con spirito conciliante, tenendo conto, nella misura del giusto e del possibile, come abbiamo detto altre volte, delle aspirazioni dei popoli. [ ] Sono queste le precipue basi sulle quali crediamo debba posare il futuro assetto dei popoli. [ ] siamo animati dalla cara e soave speranza di vederle accettate e di giungere così quanto prima alla cessazione di questa lotta tremenda, la quale, ogni giorno più, apparisce inutile strage. Dal Vaticano, 1° agosto 1917 BENEDICTUS PP. XV tratto da Acta Apostolicae Sedis IX, 1917 72 Per la soluzione del conflitto il pontefice propone atti concreti, fondati sulla forza del diritto, non delle armi. In effetti la Santa Sede si era mossa con monsignor Eugenio Pacelli per trovare soluzioni diplomatiche realmente attuabili. Oltre alla riduzione degli armamenti è rilevante la proposta di ricorrere all istituto dell arbitrato internazionale, che anticipa l idea del presidente americano Wilson di creare la Società delle Nazioni. Più avanti si riprende tale principio rafforzandolo con il rispetto per le aspirazioni dei popoli. La restituzione dei territori e il condono dei danni di guerra sono altre possibilità individuate dal papa per giungere ad accordi. Tutto ciò sarebbe giustificato dai notevoli vantaggi che deriverebbero dal disarmo e quindi dal risparmio economico dei vari Stati che, con le spese di guerra, stavano strozzando la vita dei loro popoli. Il famoso riferimento alla guerra come inutile strage coglieva il dramma, mai vissuto prima di allora, di un incredibile quantità di vite umane sacrificate, senza peraltro che si fossero raggiunte soluzioni degne di rilievo. INTERROGHIAMO LA FONTE 1 Quali sono le proposte concrete che il papa individua, affinché i popoli belligeranti stipulino accordi di pace? 2 In base a quali princìpi il papa ritiene la guerra una inutile strage ?