I trattati e i nuovi equilibri mondiali | CAPITOLO 3 Il pittore Otto Dix, partecipe diretto agli orrori della guerra, in quest opera, con lucida spietatezza e crudo realismo, denuncia la miseria morale e sociale della Germania del dopoguerra, in una sorta di manifesto antimilitarista. Secondo lo stile espressionistico della Neue Sachlichkeit ( Nuova oggettività ), egli illustra gli effetti disumanizzanti della guerra. I corpi, ridotti a semplice funzione meccanica, sono una chiara denuncia della guerra industrializzata, quasi che la tecnologia abbia invaso ogni aspetto umano (gli occhi di vetro, gli apparecchi acustici, le braccia come leve metalliche). Positivismo Corrente filosofica affermatasi nell Ottocento. Partendo dalla convinzione che la conoscenza scientifica potesse spiegare ogni ambito della vita, il positivismo elaborò una visione ottimistica della storia umana, intesa come percorso di costante progresso civile e sociale. Per la sua stessa capacità di investire ogni aspetto della vita, la guerra provocò anche un alterazione della sfera delle emozioni: dalla paura all odio fino ai turbamenti psichici. Si sovrapposero euforiche azioni collettive e depressivi atteggiamenti individuali; ognuno fu costretto a interagire frequentemente con la morte, con la separazione e con il lutto. Si trattò di una vera rivoluzione degli atteggiamenti mentali, dei modi di relazionarsi agli altri e di pensare l esistenza. La guerra costrinse ad affrontare una fitta serie di esperienze e di traumi: la necessità per le donne di prendere i posti di lavoro lasciati dagli uomini andati in guerra, o vivere in una famiglia senza più un marito o un padre; il ricorso a vecchi e bambini per ogni tipo di attività; i territori occupati da parte nemica e gli sfollamenti; le file per il razionamento del pane e del carbone o le affannose ricerche al mercato nero; l oscuramento notturno e la fuga nei rifugi; l apprensione nell attesa di notizie dai familiari al fronte o il venire a conoscenza della morte di un proprio caro. Radicalmente mutata da queste traumatiche esperienze, l Europa venne ulteriormente colpita tra il 1918 e il 1919 da una micidiale epidemia, denominata spagnola , una particolare forma influenzale che attraversò l intero pianeta e provocò oltre 30 milioni di morti. Furono probabilmente le pessime condizioni igieniche e il sovraffollamento delle trincee e dei campi militari a facilitare il contagio, che si diffuse in tutto il mondo in seguito al rientro a casa dei soldati impegnati sul fronte. UNA FRATTURA EPOCALE Sul triste bilancio dei morti provocati dalla guerra si è già detto (> C2.9), ma un numero su tutti dà il segno della portata della Grande guerra: quasi il 50% della popolazione maschile fra i 18 e i 50 anni fu arruolata negli oltre quattro anni di conflitto: significa un uomo su due in età di sviluppo, in grado cioè di riprodursi e di lavorare. Ne derivò, quindi, la contrazione notevole del tasso di nascite, con gravi implicazioni per le prospettive future delle famiglie e della società nel suo complesso: la forza lavoro dei giovani rappresentava infatti l unica fonte di sostentamento per molte famiglie e la garanzia di mantenimento per le persone più anziane; a questo fenomeno si affiancò la diminuzione della popolazione dovuta ai morti in guerra. Ecco perché, a ragione, si è parlato di generazione perduta . Anche per questo la Grande guerra fu una frattura indelebile per l umanità. L idea stessa di progresso, alimentata dalla cultura positivista, con cui la generazione di soldati nata a cavallo tra Ottocento e Novecento era cresciuta, ne usciva sconvolta. Anzi, il risultato alla fine di quei quattro anni fu un abbrutimento delle relazioni umane e l incapacità di tornare a una vita normale, viste le esperienze altamente traumatizzanti impresse per sempre nella memoria. Memoria che gli Stati cercheranno di restituire ai soldati dispersi o non riconoscibili, attraverso l affissione di lapidi e iscrizioni disseminate in ogni paesino e città, e la costruzione di monumenti dedicati al milite ignoto (> A , pag. 94). 93