MARCEL PROUST T3 Il piacere della lettura TRATTO DA Del piacere di leggere TITOLO ORIGINALE Sur la lecture, 1905 LINGUA ORIGINALE francese Audio LETTURA Lo scrittore francese Marcel Proust (1871-1922) ricorda la felicità delle ore trascorse da ragazzo leggendo, e la tristezza che lo invadeva al pensiero di dover abbandonare i personaggi amati. 5 10 15 20 25 Forse non ci sono giorni della nostra adolescenza vissuti con altrettanta pienezza di quelli che abbiamo creduto di trascorrere senza averli vissuti1, quelli passati in compagnia del libro prediletto. Tutto ciò che li riempiva agli occhi degli altri e che noi evitavamo come un ostacolo volgare a un piacere divino: il gioco che un amico veniva a proporci proprio nel punto più interessante, l ape fastidiosa o il raggio di sole che ci costringevano ad alzare gli occhi dalla pagina o a cambiare posto, la merenda che ci avevano fatto portar dietro e che lasciavamo sul banco lì accanto senza toccarla, mentre il sole sopra di noi diminuiva di intensità nel cielo blu2, la cena per la quale si era dovuti rientrare e durante la quale non abbiamo pensato ad altro che a quando saremmo tornati di sopra3 a finire il capitolo interrotto, tutto questo, di cui la lettura avrebbe dovuto impedirci di percepire altro che l inopportunità, imprimeva in noi un ricordo talmente dolce4 (talmente più prezioso, secondo il nostro attuale giudizio, di quello che allora leggevamo con tanto amore) che ancora oggi, se ci capitano tra le mani i libri di un tempo, li sfogliamo come fossero gli unici calendari conservati dei giorni passati e ci aspettiamo di vedere, riflessi sulle loro pagine, le case e gli stagni che non esistono più. [...] Poi l ultima pagina era letta, il libro era finito. Si trattava allora di arrestare la corsa sfrenata degli occhi e della voce che seguiva senza suono, fermandosi solo per riprendere fiato con un respiro profondo. Infine per sostituire un altro movimento a quello tumultuoso che si era scatenato dentro di me da troppo tempo per potersi calmare d un tratto, mi alzavo e mi mettevo a camminare intorno al letto, gli occhi ancora fissi su un punto che inutilmente si sarebbe cercato nella stanza o fuori perché situato a una distanza d anima, una di quelle distanze che non si misurano in metri o leghe5 come le altre e che del resto è impossibile confondere con queste quando si guardano gli occhi lontani di chi pensa ad altro . Allora? Il libro era tutto qui? Quegli esseri cui avevamo 1. abbiamo creduto... vissuti: senza compie re, cioè, alcuna attività pratica. 2. mentre il sole... blu: al calar della sera. 24 3. di sopra: nella propria stanza. 4. di cui la lettura... dolce: i fastidi e le incom benze quotidiane, che allora ostacolavano la lettura, sono diventati dolci ricordi. 5. leghe: la lega è un unità di misura corri spondente a circa 4 km.
T3 MARCEL PROUST, Il piacere della lettura (da Del piacere di leggere)