Ridi ridi 140 145 150 rr. 153-156 A questo punto il piano temporale del racconto coincide con quello iniziale: la testimonianza in prima persona del narratore ci porta, insieme con lui, accanto al presunto pazzo che abbiamo visto farneticare nelle prime righe della novella. 155 160 es. 5 165 rr. 169-174 Con l ennesima infrazione della fabula finalmente veniamo a conoscenza dell evento che ha sconvolto l esistenza del protagonista. es. 3-6 170 donne e di quei sette ragazzi finché essi, tutt e dodici, non trovavan posto nei tre soli letti della casa. Letti ampii, matrimoniali; ma tre. Zuffe furibonde, inseguimenti, mobili rovesciati, stoviglie rotte, pianti, urli, tonfi, perché qualcuno dei ragazzi, al bujo, scappava e andava a cacciarsi fra le tre vecchie cieche, che dormivano in un letto a parte, e che ogni sera litigavano anch esse tra loro, perché nessuna delle tre voleva stare in mezzo e si ribellava quando veniva la sua volta.31 Alla fine, si faceva silenzio, e Belluca seguitava a ricopiare fino a tarda notte, finché la penna non gli cadeva di mano e gli occhi non gli si chiudevano da sé. Andava allora a buttarsi, spesso vestito, su un divanaccio sgangherato, e subito sprofondava in un sonno di piombo, da cui ogni mattina si levava a stento, più intontito che mai. Ebbene, signori: a Belluca, in queste condizioni, era accaduto un fatto naturalissimo. Quando andai a trovarlo all ospizio, me lo raccontò lui stesso, per filo e per segno. Era, sì, ancora esaltato un po , ma naturalissimamente, per ciò che gli era accaduto. Rideva dei medici e degli infermieri e di tutti i suoi colleghi, che lo credevano impazzito. «Magari! , diceva. «Magari! . Signori, Belluca, s era dimenticato da tanti e tanti anni ma proprio dimenticato che il mondo esisteva. Assorto nel continuo tormento di quella sua sciagurata esistenza, assorto tutto il giorno nei conti del suo ufficio, senza mai un momento di respiro, come una bestia bendata, aggiogata alla stanga d una nòria32 o d un molino,33 sissignori, s era dimenticato da anni e anni ma proprio dimenticato che il mondo esisteva. Due sere avanti, buttandosi a dormire stremato su quel divanaccio, forse per l eccessiva stanchezza, insolitamente, non gli era riuscito d addormentarsi subito. E, d improvviso, nel silenzio profondo della notte, aveva sentito, da lontano, fischiare un treno. Gli era parso che gli orecchi, dopo tant anni, chi sa come, d improvviso gli si fossero sturati.34 Il fischio di quel treno gli aveva squarciato e portato via d un tratto la miseria di tutte quelle sue orribili angustie,35 e quasi da un sepolcro scoperchiato s era ritrovato a spaziare anelante nel vuoto arioso del mondo che gli si spalancava enorme tutt intorno. 31. la sua volta: il suo turno. 32. aggiogata alla stanga d una nòria: le gata a una macchina per il sollevamento di ac qua, sabbia o altri materiali di minime dimen sioni, funzionante a trazione animale. Detto di animale da tiro, alla stanga significa legato , aggiogato . 33. molino: mulino. 34. sturati: in senso letterale, aperti, attraver so la rimozione del cerume. un modo per dire che Belluca torna finalmente a sentire, dopo un lungo periodo di sordità spirituale . 35. angustie: tribolazioni. 273
T2 LUIGI PIRANDELLO, Il treno ha fischiato (da La trappola)