Vieni via con me ANALISI ATTIVA Un magico luogo di confine Il viaggio del protagonista ha inizio da Trieste: anche chi non ci è mai stato può avvertirne, evocata nel brano, l esotica atmosfera. Proprio perché molto periferica (rr. 11-12) rispetto al territorio nazionale, la città appare infatti come il luogo suggestivo dove l Occidente comincia a trasformarsi, lasciando percepire il profumo d Oriente (rr. 13-14). Trieste si presenta come un affascinante porta tra due mondi: durante il Novecento il favoloso treno Orient Express, che univa l Europa collegando Parigi a Istanbul (r. 20), si inoltrava nelle regioni più orientali del continente partendo proprio da Trieste. Da lì cominciava la parte più avventurosa di uno straordinario viaggio lungo un paese che oggi non c è più: la Jugoslavia (r. 22). Molte cose sono cambiate in questi luoghi. Ricordando la nonna, nata prima del Novecento, l autore ripercorre le due guerre mondiali e le diverse nazioni cui è appartenuta la città: i triestini sono stati cittadini di ben sei diverse bandiere (r. 35) nel breve arco di una sola vita umana. Qual è dunque la vera identità di questa terra inquieta (r. 31)? Italiana, austriaca o slava? un luogo occidentale o orientale? Tali domande non hanno una risposta definita: i confini mutano nel tempo e le anime dei luoghi, come quelle della gente che li abita, non sempre si lasciano ridurre a un semplice aggettivo di nazionalità. F g) Per il protagonista, muoversi a piedi ha un significato rivoluzionario. V F V F 1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false. a) Capo Promontore è in Italia. V b) La scrittrice inglese Agatha Christie ha ambientato un suo famoso romanzo su un treno. V F h) Il contadino indonesiano non aveva bisogno di lampade per camminare la notte. c) La Jugoslavia si è dissolta pacificamente. V F i) Secondo il narratore, la tecnologia ci ruba troppo tempo. V F d) Il protagonista è nato a Trieste. V F V F e) Tutti gli uomini del mondo, oggi, sono deformati dall abuso della tecnologia. j) L impulso di partire può essere irrefrenabile. V F f) Nelle città occidentali molte persone camminano senza guardare dove mettono i piedi. V F Camminare per riflettere 2. Perché la nonna del narratore è vissuta sotto sei diverse bandiere senza smettere di abitare a Trieste (rr. 35-36)? Il viaggio dell autore si è svolto a piedi e il suo racconto, che funziona anche come guida (r. 38) per chi percorrerà le stesse zone, rivela il significato profondo della scelta di camminare. Come parlasse a dei malati, o a persone confuse e un po avvilite, egli afferma che camminare rischiara la mente, conforta il cuore e cura il corpo (rr. 44-45): ma da che cosa dobbiamo mai guarire? Molti dei nostri mali sembrano legati al progresso incontrollato della nostra civiltà, che ha dimenticato l andare a piedi: modificati nel corpo e nello spirito, noi moderni siamo costantemente curvi (r. 47) su telefonini e computer, abbiamo la testa piena di segnali (rr. 48-49) inutili e di distrazioni, siamo nervosi e contratti dallo stress (r. 48). Chi non cammina più, infatti, si impoverisce umanamente: perde la fantasia (r. 62) e la creatività. La modernità è dunque negativa? Certamente no, se manteniamo saldo il senso della realtà (r. 60) e delle cose che veramente importano. Nelle parole dell autore, la dimensione del cammino simboleggia i valori umani da preservare a tutti i costi. Procedere a piedi con eleganza e nobiltà, come un indonesiano, o un etiope (r. 49), non è allora una stravaganza fuori moda, ma la pratica più naturale per mantenere il sincero contatto con gli uomini (r. 43), e di resistere al materialismo e allo spreco (r. 72) che, caricandoci di oggetti inutili, ci inaridiscono interiormente. 507