Fiabe in libertà Tutti conosciamo le storie di Raperonzolo, Cenerentola, Biancaneve, Cappuccetto Rosso, la bella addormentata nel bosco. O meglio: tutti conosciamo i cartoon realizzati dagli studi Disney, che da un secolo sfruttano intensamente il patrimonio delle fiabe europee, attingendo a piene mani dalle raccolte più celebri. Prendiamo Cenerentola: il film d animazione uscito nel 1950 è ispirato ai Racconti di Mamma Oca di Charles Perrault. Ma la storia è presente in centinaia di versioni nelle tradizioni orali dei paesi più svariati, dalla Cina all antico Egitto, dalla Russia alla Persia. Solo in Perrault, per esempio, troviamo la scarpina di cristallo: altrove è dorata, di velluto, si trasforma in un sandalo, oppure è sostituita da un anello. Le sorellastre possono essere perdonate, ma anche severamente punite, come vogliono i fratelli Grimm. La più antica trascrizione europea di Cenerentola vide la luce in Italia. Risale alla prima metà del XVII secolo e si deve a Giambattista Basile, che inserì La gatta Cenerentola nelle novelle in napoletano del suo Pentamerone. Qui l eroina, chiamata Zezolla, è molto diversa dalla dolce e timida protagonista che ci aspetteremmo: arriva addirittura ad assassinare la prima matrigna, per vendicarsi delle umiliazioni subite. Anche la vicenda fiabesca prende direzioni diverse, con l aiuto di un dattero fatato, un secchiello d oro, una piccola zappa e un asciugamano di seta. Il Pentamerone, noto anche come Lo cunto de li cunti, contiene altre versioni originali di fiabe celeberrime, come Il Gatto con gli stivali e Raperonzolo, che prende il nome di Petrosinella, perché la donna incinta vuol mangiare il prezzemolo ( petrosino , in napoletano). Sedotto dal fascino intenso e per certi versi sinistro di quest opera, il regista Matteo Garrone ha liberamente trasposto tre fiabe di Basile nel film Il racconto dei racconti (2015). 84